Nicotera.
Si
terrà domani mattina l’esame autoptico sul corpo di Michele Aiello, il 15enne morto, in
circostanze ancora da chiarire, nella serata di domenica. Al momento del malore
il ragazzo era solo in casa. Quando sono rientrati i suoi genitori lo hanno
trovato riverso a terra, già privo di conoscenza. Inutile l’intervento della
Guardia Medica: il polso era già debolissimo e i margini di ripresa erano drammaticamente
ristretti. Intanto giungeva sul posto anche il 118 proveniente da Vibo. Le
manovre rianimatorie sono state durature e incessanti, ma niente da fare: il
cuore del giovane ha smesso di battere, nella disperazione dei familiari che
assistevano impotenti ai tentativi dei medici di tenere in vita il 15enne. Sul
posto si sono portati anche i Carabinieri della caserma di Nicotera. Sono stati
proprio i militari dell’Arma a disporre il trasferimento della salma presso
l’obitorio dell’ospedale di Vibo, in quanto la causa del decesso non appariva
affatto scontata, benchè qualcuno avesse ipotizzato, in un primo momento, che
ad uccidere il ragazzo fosse stata una bibita mandata giù ghiacciata. L’unica
cosa certa era che alle undici di sera il corpo di quel bel ragazzo alto e moro
giaceva senza vita adagiato sul letto e nè i medici né le preghiere dei genitori
avevano potuto salvarlo. Il magistrato ha predisposto il sequestro della salma e
l’autopsia che, come precisato, si svolgerà domani mattina. Si conclude così, su un
tavolo di marmo, la breve vita di un ragazzo perbene, cresciuto in una famiglia
semplice che tirava avanti tra le mille difficoltà del vivere quotidiano. Ma il
15enne affrontava la vita con forza e determinazione, con una serietà rara per
i ragazzi della sua età. Quest’anno avrebbe dovuto frequentare il terzo anno
dell’Istituto tecnico industriale; d’estate preferiva darsi da fare lavorando
come bagnino in un lido della frazione Marina. Un modo per raccimolare qualche
soldino e non pesare troppo sulle finanze della famiglia. La sua vita scorreva
serena tra lo studio, il lavoro, gli amici, le serate estive trascorse insieme,
ma senza stravizi. Un ragazzo non come ce ne sono tanti, in quanto sapeva
distinguersi per le doti di dolcezza, simpatia ed educazione, oltre che per una
spiccata sensibilità per le tematiche correlate alla legalità e alla giustizia.
Ambiva a diventare carabiniere, come uno zio, che egli adorava e che aveva
assunto come suo modello di vita. Sognava la divisa, di difendere i più deboli,
di vivere una vita nel solco dell’onestà. Ma il destino per lui aveva in serbo
un altro inspiegabile epilogo.
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