Nicotera.
E
così alla fine Pino Marasco è rimasto l’unico aspirante alla poltrona di
sindaco. Aveva sperato fino all’ultimo di poter avere almeno un avversario con
cui confrontarsi. Invece, all’ultimo momento, i suoi competitori hanno battuto
la ritirata, costringendo l’infermiere prestato alla politica di fronteggiare
uno dei più temibili avversari che si possano incontrare nelle elezioni: il
quorum. Consapevole di doversela vedere con numeri ed astensionismo, ieri
mattina, davanti al portone di palazzo Convento, non nascondeva una punta di
amarezza. «Avrei voluto avere degli avversari, avere un confronto diretto,
democratico, partecipato- rivela- ma purtroppo non è andata così». Ha un’aria
stanca Pino Marasco. Queste ultime settimane sono state per lui al fulmicotone
nel tentativo difficile di tenere salda la sua coalizione, in preda a sfaldamenti
ed estenuanti ripensamenti. Una lotta
all’ultimo respiro, con il rischio concreto che nemmeno lui potesse, alla fine,
aver pronta la sua lista. Fino a ieri mattina, quando una candidata ha tagliato
la corda. Una defezione che lo ha costretto a decurtare la coalizione da dodici
e nove candidati (escluso il sindaco), in quanto non riusciva a quadrare i
conti con le “quote rosa”. Per poter avere nella lista un terzo di esponenti
del gentil sesso (come prevede la legge in materia), ha dovuto depennare tre candidati.
Ma il dipendente Asp è fiducioso, spera di poter abbattere il quorum anche con
l’aiuto del suo santo patrono che è il senatore di Forza Italia, Giuseppe
Mangialavori. Marasco ha profuso grandi energie per la causa del politico
forzista nelle ultime politiche, e di certo adesso Mangialavori non lo lascerà
solo. Anzi, egli aveva auspicato che Marasco potesse correre insieme ad Anna
Maria Giofrè, l’avvocatessa attualmente dirigente del Dipartimento diritti
umani di Forza Italia. Ma anche lei, dopo una lunga fase di riflessione, ha
preferito abbandonare il progetto. Un problema, questo dei tentennamenti degli
aspiranti amministratori, assai diffuso in questo momento storico del paese.
Rino Isaia all’ultimo momento ha deciso, insieme al suo gruppo, di gettare la
spugna, con l’intenzione di preparasi meglio per le prossime elezioni. Il
professore Ricottilli era invece partito gagliardo e fiero con una squadra
agguerrita, ma ad un certo punto i soldati, colti da dubbi e insicurezza, al
grido “guagliò fuimme”, sono scappati via lasciando solo in campo il generale.
Definitivamente chiuso
il capitolo sfidanti, l’aspirante sindaco forzista si appresta con il suo
gruppo a convincere i nicoteresi a dargli fiducia. Volto noto della politica cittadina,
Marasco è anche definito “l’eroe dei due mondi” per essersi candidato più volte
sia a Limbadi che a Nicotera. La sua prima candidatura nella città medmea
risale ai primi anni Novanta, quando militava nella squadra di Princivalle
Adilardi. Uscì miracolosamente da tale giunta poco prima che fosse sciolta per
infiltrazioni mafiose. La stessa cosa si ripetè durante l’esecutivo Pagano,
dov’egli deteneva l’assessorato al Bilancio. Anche quella volta Marasco, con lo
straordinario fiuto che lo ha sempre contraddistinto nel percepire a distanza
l’arrivo della commissione di accesso agli atti, tagliò la corda abbandonando i
suoi compagni al loro destino. Fu nello stesso periodo che decise di correre
per le Regionali, militando nelle file di Fratelli d’Italia. Nonostante
l’ottimo piazzamento, non riuscì a fare breccia a palazzo Alemanni. Poi
arrivarono le Politiche. Lui in quel momento era già passato con Forza Italia:
divenne, nella cittadina costiera, un uomo di fiducia di Giuseppe Mangialavori.
Non si risparmiò nel fare campagna elettorale per l’attuale senatore. E forse
spera che adesso egli ricambi il favore, invitando il corposo elettorato di
destra medmeo a sostenerlo nella battaglia contro i numeri: Marasco dovrà
portare alle urne almeno 3418 aventi diritto. Un numero mastodontico per una
città ormai troppo disillusa.
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