domenica 23 settembre 2018

IL passato politico di Pino Marasco.


Nicotera. E così alla fine Pino Marasco è rimasto l’unico aspirante alla poltrona di sindaco. Aveva sperato fino all’ultimo di poter avere almeno un avversario con cui confrontarsi. Invece, all’ultimo momento, i suoi competitori hanno battuto la ritirata, costringendo l’infermiere prestato alla politica di fronteggiare uno dei più temibili avversari che si possano incontrare nelle elezioni: il quorum. Consapevole di doversela vedere con numeri ed astensionismo, ieri mattina, davanti al portone di palazzo Convento, non nascondeva una punta di amarezza. «Avrei voluto avere degli avversari, avere un confronto diretto, democratico, partecipato- rivela- ma purtroppo non è andata così». Ha un’aria stanca Pino Marasco. Queste ultime settimane sono state per lui al fulmicotone nel tentativo difficile di tenere salda la sua coalizione, in preda a sfaldamenti ed estenuanti  ripensamenti. Una lotta all’ultimo respiro, con il rischio concreto che nemmeno lui potesse, alla fine, aver pronta la sua lista. Fino a ieri mattina, quando una candidata ha tagliato la corda. Una defezione che lo ha costretto a decurtare la coalizione da dodici e nove candidati (escluso il sindaco), in quanto non riusciva a quadrare i conti con le “quote rosa”. Per poter avere nella lista un terzo di esponenti del gentil sesso (come prevede la legge in materia), ha dovuto depennare tre candidati. Ma il dipendente Asp è fiducioso, spera di poter abbattere il quorum anche con l’aiuto del suo santo patrono che è il senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori. Marasco ha profuso grandi energie per la causa del politico forzista nelle ultime politiche, e di certo adesso Mangialavori non lo lascerà solo. Anzi, egli aveva auspicato che Marasco potesse correre insieme ad Anna Maria Giofrè, l’avvocatessa attualmente dirigente del Dipartimento diritti umani di Forza Italia. Ma anche lei, dopo una lunga fase di riflessione, ha preferito abbandonare il progetto. Un problema, questo dei tentennamenti degli aspiranti amministratori, assai diffuso in questo momento storico del paese. Rino Isaia all’ultimo momento ha deciso, insieme al suo gruppo, di gettare la spugna, con l’intenzione di preparasi meglio per le prossime elezioni. Il professore Ricottilli era invece partito gagliardo e fiero con una squadra agguerrita, ma ad un certo punto i soldati, colti da dubbi e insicurezza, al grido “guagliò fuimme”, sono scappati via lasciando solo in campo il generale.
Definitivamente chiuso il capitolo sfidanti, l’aspirante sindaco forzista si appresta con il suo gruppo a convincere i nicoteresi a dargli fiducia. Volto noto della politica cittadina, Marasco è anche definito “l’eroe dei due mondi” per essersi candidato più volte sia a Limbadi che a Nicotera. La sua prima candidatura nella città medmea risale ai primi anni Novanta, quando militava nella squadra di Princivalle Adilardi. Uscì miracolosamente da tale giunta poco prima che fosse sciolta per infiltrazioni mafiose. La stessa cosa si ripetè durante l’esecutivo Pagano, dov’egli deteneva l’assessorato al Bilancio. Anche quella volta Marasco, con lo straordinario fiuto che lo ha sempre contraddistinto nel percepire a distanza l’arrivo della commissione di accesso agli atti, tagliò la corda abbandonando i suoi compagni al loro destino. Fu nello stesso periodo che decise di correre per le Regionali, militando nelle file di Fratelli d’Italia. Nonostante l’ottimo piazzamento, non riuscì a fare breccia a palazzo Alemanni. Poi arrivarono le Politiche. Lui in quel momento era già passato con Forza Italia: divenne, nella cittadina costiera, un uomo di fiducia di Giuseppe Mangialavori. Non si risparmiò nel fare campagna elettorale per l’attuale senatore. E forse spera che adesso egli ricambi il favore, invitando il corposo elettorato di destra medmeo a sostenerlo nella battaglia contro i numeri: Marasco dovrà portare alle urne almeno 3418 aventi diritto. Un numero mastodontico per una città ormai troppo disillusa.

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