martedì 25 settembre 2018

Comune. La carenza di personale rallenta la macchina amministrativa.


Nicotera. Un giorno o due di riposo, e poi Pino Marasco partirà alla conquista dell’elettorato medmeo. Dovrà portare alle urne esattamente 3418 aventi diritto, altrimenti le elezioni saranno annullate. Qualora riuscisse ad oltrepassare la soglia del quorum e a raggiungere l’ambita poltrona di sindaco, Marasco dovrà vedersela con le tante criticità che ammorbano la cittadina costiera. Tuttavia, con ogni probabilità, comincierà la sua opera proprio dagli uffici comunali, da qualche tempo in affanno a causa della scarsità del personale. Tra pensionamenti e il mancato turn over, il numero dei dipendenti si è seriamente ristretto. Questa mancanza di risorse umane di certo non depone a favore dell’efficienza della macchina amministrativa. La stessa Terna commissariale alla guida del comune costiero è dovuta ricorrere ai lavoratori in deroga messi a disposizione dalla Regione. Si tratta di trenta persone che potranno essere impiegate in varie mansioni: dalla tutela del verde pubblico al disbrigo di pratiche amministrative. Ma i punti nodali sono l’area tecnica, l’area finanziaria e quella della Polizia municipale. I commissari, quando si sono insediati nel comune di Nicotera, hanno messo mano in queste tre aree strategiche. Anzi, ad onor del vero, il primo a ricevere il foglio di via è stato il segretario comunale Vincenzo Calzone, che per anni aveva svolto quell’importante ruolo. Usciva di scena, per la prima volta nella sua lunga attività, con un avviso di garanzia in merito all’appalto della mensa scolastica. A chiudere definitivamente i suoi rapporti con il Comune anche Salvatore Campisi che per anni era stato il legale dell’Ente. Campisi non solo era contemplato nel decreto di scioglimento per la stretta parentela con una persona arrestata per associazione mafiosa, ma la sua posizione era, per così dire, irregolare, in quanto, benché fosse scaduto il contratto con l’Ente, grazie all’abusato istituto delle proroghe, manteneva il suo posto nell’area legale del Comune. Gli altri settori, per decisione dei Commissari, sono stati sovraordinati. A cominciare dalla Polizia municipale. A dirigere tale ambito fu chiamato il comandante Maurizio Marino, che sostituì Gregorio Melidoni, il cui mandato era provvisorio dal 2003: era dunque dirigente facente funzioni in quanto il più anziano dell’organico. Ma ora il suo mandato risulta inconferibile. Non solo. Anch’egli usciva con  le ossa rotte dall’amministrazione Pagano: aveva rimediato, infatti, un avviso di garanzia relativamente alla nota storia dell’atterraggio dellelicottero nel centro storico. L’area finanziaria fu messa sotto la tutela di Giuseppe Curciarello. Dulcis in fundo, l’ufficio tecnico. Ambito fondamentale del Comune, perché è li che si decreta il destino di una città sul piano urbanistico e architettonico. E’ sempre qui, come accertato dalle indagini degli inquirenti, che alligna il malaffare e dove partono gli input per ogni forma di abusivismo edilizio. Quando la Giunta Pagano si insediò a palazzo Convento, Ciampa fu nominato dirigente dell’ufficio tecnico. La sua attività in quel settore gli costò un bel po’ di denunce che gli piovvero addosso da Procura e Carabinieri. L’ultima, che fu la goccia che fece traboccare il vaso, gli è stata notificata dalla Guardia di Finanza: aveva rimosso i sigilli al waterfront sotto sequestro. Fu allora che la commissione si decise, finalmente, di espellerlo dall’ufficio tecnico all’area amministrativa. Al suo posto ora c’è l’efficiente e preparato Bruno Doldo. Cose ne farà di lui il futuro sindaco? Chi intende piazzare in quel delicato settore?

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