Nicotera.
Un
giorno o due di riposo, e poi Pino Marasco partirà alla conquista
dell’elettorato medmeo. Dovrà portare alle urne esattamente 3418 aventi
diritto, altrimenti le elezioni saranno annullate. Qualora riuscisse ad oltrepassare
la soglia del quorum e a raggiungere l’ambita poltrona di sindaco, Marasco
dovrà vedersela con le tante criticità che ammorbano la cittadina costiera.
Tuttavia, con ogni probabilità, comincierà la sua opera proprio dagli
uffici comunali, da qualche tempo in affanno a causa della scarsità del
personale. Tra pensionamenti e il mancato turn over, il numero dei dipendenti
si è seriamente ristretto. Questa mancanza di risorse umane di certo non depone
a favore dell’efficienza della macchina amministrativa. La stessa Terna
commissariale alla guida del comune costiero è dovuta ricorrere ai lavoratori
in deroga messi a disposizione dalla Regione. Si tratta di trenta persone che
potranno essere impiegate in varie mansioni: dalla tutela del verde pubblico al
disbrigo di pratiche amministrative. Ma i punti nodali sono l’area tecnica,
l’area finanziaria e quella della Polizia municipale. I commissari, quando si
sono insediati nel comune di Nicotera, hanno messo mano in queste tre aree strategiche.
Anzi, ad onor del vero, il primo a ricevere il foglio di via è stato il
segretario comunale Vincenzo Calzone, che per anni aveva svolto
quell’importante ruolo. Usciva di scena, per la prima volta nella sua lunga
attività, con un avviso di garanzia in merito all’appalto della mensa
scolastica. A chiudere definitivamente i suoi rapporti con il Comune anche
Salvatore Campisi che per anni era stato il legale dell’Ente. Campisi non solo era
contemplato nel decreto di scioglimento per la stretta parentela con una
persona arrestata per associazione mafiosa, ma la sua posizione era, per così
dire, irregolare, in quanto, benché fosse scaduto il contratto con l’Ente,
grazie all’abusato istituto delle proroghe, manteneva il suo posto nell’area
legale del Comune. Gli altri settori, per decisione dei Commissari, sono stati
sovraordinati. A cominciare dalla Polizia municipale. A
dirigere tale ambito fu chiamato il comandante Maurizio
Marino, che sostituì Gregorio Melidoni, il cui mandato era provvisorio
dal 2003: era dunque dirigente facente funzioni in quanto il più anziano
dell’organico. Ma ora il suo mandato risulta inconferibile. Non solo. Anch’egli usciva
con le ossa rotte dall’amministrazione
Pagano: aveva rimediato, infatti, un avviso di garanzia relativamente alla nota
storia dell’atterraggio dellelicottero
nel centro storico. L’area finanziaria fu
messa sotto la tutela di Giuseppe Curciarello. Dulcis in fundo, l’ufficio
tecnico. Ambito fondamentale del Comune, perché è li che si decreta il destino
di una città sul piano urbanistico e architettonico. E’ sempre qui, come
accertato dalle indagini degli inquirenti, che alligna il malaffare e dove
partono gli input per ogni forma di abusivismo edilizio. Quando la Giunta
Pagano si insediò a palazzo Convento, Ciampa fu nominato dirigente dell’ufficio
tecnico. La sua attività in quel settore gli costò un bel po’ di denunce che
gli piovvero addosso da Procura e Carabinieri. L’ultima, che fu la goccia che
fece traboccare il vaso, gli è stata notificata dalla Guardia di Finanza: aveva
rimosso i sigilli al waterfront sotto sequestro. Fu allora che la commissione
si decise, finalmente, di espellerlo dall’ufficio tecnico all’area
amministrativa. Al suo posto ora c’è l’efficiente e preparato Bruno Doldo. Cose
ne farà di lui il futuro sindaco? Chi intende piazzare in quel delicato
settore?
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