domenica 23 settembre 2018

Nicotera provata da tre scioglimenti per mafia.

Nicotera. La cittadina medmea si appresta a tornare alle urne dopo ben tre scioglimenti del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Un ritorno al voto non certo carico di entusiasmo. Anzi, un’aria pesante aleggia su una cittadina che sta vivendo uno dei momenti più critici della sua storia. Il malaffare non è un’insidia per il paese ma, anzi, esso è si perfezionato, istituzionalizzandosi nella cosa pubblica. Ad accertarlo sono stati i tre decreti di scioglimento che raccontano come la regia delle opere e delle azioni degli amministratori fosse nelle mani di soggetti collegati al clan Mancuso, consorteria mafiosa notoriamente egemone nel territorio vibonese e non solo. La prima amministrazione su cui si è abbattuta la scure ministeriale è stata quella di Princivalle Adilardi, sul finire degli anni Novanta. Poi toccò a Salvatore Reggio, era il 2010. Infine, a chiudere la sua esperienza amministrativa con uno scioglimento per infiltrazioni mafiose fu Franco Pagano. I primi due commissariamenti sono stati presenziati dal prefetto in quiescenza Marcello Palmieri. L’inviato prefettizio di origine salernitana, oggi defunto, gestì un comune afflitto da mali endemici tuttora irrisolti, come la questione mare e quella sanitaria. Ma forse il nome di Palmieri è rimasto maggiormente impresso nella memoria collettiva dei nicoteresi per lo scandalo della Sogefil. Dal 2010 al 2012 la società di riscossione tributi ha continuato a depredare le casse comunali senza che gli inviati ministeriali se ne avvedessero (il saccheggio era cominciato già nel 2008). In totale, alla fine, vennero sottratti ai nicoteresi otto milioni e mezzo di euro. L’atteggiamento della commissione straordinaria nei confronti del grave e sistematico furto fu definito “tiepido” dagli stessi magistrati che si occuparono del caso. Palmieri, infatti, poco prima di abbandonare palazzo Convento, nel 2012, presentò una semplice denuncia ai Carabinieri. Sta di fatto che a rimpinguare il mal tolto ora sono chiamati i cittadini: nel marzo di quest’anno gli attuali commissari alla guida del comune hanno dichiarato il dissesto finanziario. Diretta  e tragica conseguenza del clamoroso ammanco perpetrato sotto gli occhi distratti dei loro precedenti colleghi. Una scelta obbligata, quella fatta dalla triade guidata da Adolfo Valente. I costi dei servizi e le tasse adesso sono aumentati per i nicoteresi: le famiglie ora dovranno spendere il doppio per la mensa scolastica e il costo della scuolabus, tanto per dirne una. Sullo sfondo i problemi di sempre: sanità, ambiente e soprattutto sicurezza. Un paese che ha visto negli ultimi tempi dei terribili fatti di cronaca, non è ancora adeguatamente difeso, protetto e monitorato. Mentre la mafia è sempre là, più spavalda e padrona di prima. Segno che i tre commissariamenti non sono riusciti a ripristinare la legalità, compito a cui sono preposti per legge, e, di conseguenza, nemmeno a ridare fiducia ai cittadini nello Stato.

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