sabato 15 settembre 2018

Anziano rapinato in casa della sua pensione.


Nicotera. Rapina con scasso alle prime ore dell’alba nella centralissima via Pozzo. A subire il blitz dei malviventi Giuseppe Arcuri, vedovo ultranovantenne che vive della sua modesta pensione. E l’obiettivo dei ladri era proprio il sussidio statale dell’anziano signore che, dopo la morte dell’adorata moglie, aveva scelto di vivere da solo in una casetta a due piani. Erano le cinque del mattino quando il signor Giuseppe ha sentito dei rumori sospetti provenire dall’uscio di casa. In una manciata di minuti i malviventi, dopo aver forzato la porta, si sono introdotti nella sua abitazione. L’anziano signore è stato comprensibilmente preso dal panico, osservando impotente quei due sconosciuti che rovistavano in casa sua, mettendola a soqquadro. Uno di essi era munito di coltello: un dettaglio che lo ha terrorizzato, avendo, tuttavia, cura di mantenere il sangue freddo, di non opporre alcuna resistenza e di non urlare per chiedere aiuto, temendo per la sua vita. Alla fine il bottino dei ladri si è rivelato piuttosto magro: hanno messo in saccoccia solo 800 euro, cioè i soldi della pensione con il quale il povero anziano sopravvive, tra la spesuccia giornaliera e l’acquisto delle medicine. Solo quando quei due sconosciuti si sono dileguati la vittima ha chiesto aiuto. I primi ad accorrere sono stati i vicini, i quali hanno chiamato i Carabinieri. I militari dell’Arma, giunti da Tropea, hanno raccolto la denuncia del pensionato. Subito dopo è stato condotto alla Guardia Medica: Giuseppe non era ferito ma aveva subito uno shock e quindi era necessario un controllo pressorio e sulle generali condizioni di salute, vista l’età e i suoi problemi cardiocircolatori. Ieri mattina, in tanti, appresa la notizia, si sono recati da lui a portargli solidarietà. Giuseppe Arcuri è infatti una persona molto stimata e ben voluta a Nicotera. Uno che ha lavorato tutta la vita per mantenere con dignità la sua famiglia. Ha fatto il pastore. Un lavoro durissimo, nel freddo sferzante dell’inverno e nelle estati assolate, ma sempre svolto con senso di sacrificio e abnegazione. Quando i suoi figli sono diventati grandi, sua moglie è morta. Un dolore per lui indomabile, che non riesce a trovare rassegnazione. La sua gestione del lutto si svolge con un puntualissimo rito quotidiano che gli rende meno dolorosa l’angoscia della perdita: tutte le mattine si reca al cimitero, con tanto di fiori freschi tra le braccia, il tenero omaggio alla compagna di una vita e alla madre dei suoi figli. E forse anche stamattina ha raccontato a quella tomba adornata di fiori della disavvantura vissuta poche ore prima.

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