Nicotera.
Rapina
con scasso alle prime ore dell’alba nella centralissima via Pozzo. A subire il
blitz dei malviventi Giuseppe Arcuri, vedovo ultranovantenne che vive della sua
modesta pensione. E l’obiettivo dei ladri era proprio il sussidio statale
dell’anziano signore che, dopo la morte dell’adorata moglie, aveva scelto di
vivere da solo in una casetta a due piani. Erano le cinque del mattino quando
il signor Giuseppe ha sentito dei rumori sospetti provenire dall’uscio di casa.
In una manciata di minuti i malviventi, dopo aver forzato la porta, si sono
introdotti nella sua abitazione. L’anziano signore è stato comprensibilmente
preso dal panico, osservando impotente quei due sconosciuti che rovistavano
in casa sua, mettendola a soqquadro. Uno di essi era munito di coltello: un
dettaglio che lo ha terrorizzato, avendo, tuttavia, cura di mantenere il sangue
freddo, di non opporre alcuna resistenza e di non urlare per chiedere aiuto,
temendo per la sua vita. Alla fine il bottino dei ladri si è rivelato piuttosto
magro: hanno messo in saccoccia solo 800 euro, cioè i soldi della pensione con
il quale il povero anziano sopravvive, tra la spesuccia giornaliera e
l’acquisto delle medicine. Solo quando quei due sconosciuti si sono dileguati la
vittima ha chiesto aiuto. I primi ad accorrere sono stati i vicini, i quali
hanno chiamato i Carabinieri. I militari dell’Arma, giunti da Tropea, hanno
raccolto la denuncia del pensionato. Subito dopo è stato condotto alla Guardia
Medica: Giuseppe non era ferito ma aveva subito uno shock e quindi era
necessario un controllo pressorio e sulle generali condizioni di salute, vista
l’età e i suoi problemi cardiocircolatori. Ieri mattina, in tanti, appresa la
notizia, si sono recati da lui a portargli solidarietà. Giuseppe Arcuri è
infatti una persona molto stimata e ben voluta a Nicotera. Uno che ha lavorato
tutta la vita per mantenere con dignità la sua famiglia. Ha fatto il pastore.
Un lavoro durissimo, nel freddo sferzante dell’inverno e nelle estati assolate,
ma sempre svolto con senso di sacrificio e abnegazione. Quando i suoi figli
sono diventati grandi, sua moglie è morta. Un dolore per lui indomabile, che
non riesce a trovare rassegnazione. La sua gestione del lutto si svolge con un
puntualissimo rito quotidiano che gli rende meno dolorosa l’angoscia della
perdita: tutte le mattine si reca al cimitero, con tanto di fiori freschi tra
le braccia, il tenero omaggio alla compagna di una vita e alla madre dei suoi
figli. E forse anche stamattina ha raccontato a quella tomba adornata di fiori
della disavvantura vissuta poche ore prima.
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