Nicotera.
La
vita politica nicoterese comincia lentamente a ridestarsi da una letargia
durata troppo a lungo, e precisamente da quel novembre 2012 in cui la Giunta
guidata dall’ex sindaco Franco Pagano si è insediata a palazzo Convento. Dopo
quattro anni di esecutivo eletto e due di gestione commissariale si avvicina il
momento della consultazione elettorale che darà un nuovo sindaco alla città di
Nicotera. Avevamo già annunciato la canditatura di Pino Marasco. Ma il gruppo allestito dall'infermiere con la passione per la politica dovrà vedersela
con dei competitor che, a loro volta, stanno affilando nell’ombra le spade,
certi di farle brillare presto al sole. Tra questi pare vi sia una lista
elettorale, ancora in via di definizione, che vedrebbe a capo un giovane già
molto noto a Nicotera per le sue ambizioni politiche, Gian Maria Lebrino.
Lebrino, classe 1984, è
attualmente componente del consiglio nazionale del Psi e segretario provinciale
socialista. Alle ultime elezioni politiche è stato candidato con la lista
“Insieme” nata dall’unione tra Psi, Verdi e Area civica, in coalizione con il Pd.
Convintamente meridionalista e sempre presente nel dibattito politico
cittadino, il giovane segretario provinciale del Psi ha sovente mostrato una
marcata sensibilità per i problemi del territorio, spesso scendendo in campo e
tentando di interessare i vertici delle istituzioni e della politica per la
risoluzione delle varie criticità che i cittadini si trovavano a fronteggiare.
A sostenere Lebrino alcuni esponenti di spicco della sinistra nicoterese, da
Nicola Di Bella, transfugo della Lista Nicotera Futura capeggiata da Anna Maria
Giofrè, e Gaetano Aurelio, anch’egli membro di Nicotera Futura e convintamente
Pdino. Due persone che nelle ultime politiche si sono caldamente profuse per
portare consensi al giovane Lebrino, marciando dunque in senso ostinato e
contrario rispetto all’ex collega di lotta politica Anna Maria Giofrè, che
invece portava acqua al mulino di Mangialavori.
A Nicotera, dunque,
cominciano a delinearsi due nette fazioni, una chiaramente di destra e l’altra
con il cuore rivolto a sinistra. Dopo la passata esperienza dell’esecutivo di
Franco Pagano, un ibrido politico creato in vitro, per gli elettori la scelta si fa più netta e chiara, e il
nuovo esecutivo può così garantire una più serena governabilità. Ma nell’ultimo
decennio molte cose sono cambiate. Per come prevede la legge, agli
amministratori di un esecutivo sciolto per mafia è vietato ricandidarsi. Si
infoltisce sempre di più, dunque, il novero di cittadini con velleità politiche
che dovranno tenersi alla larga da palazzo Convento. Occorrono dunque dei
rinforzi, nuove leve, volti nuovi che si spera non siano mansueti strumenti
nelle mani dei dinosauri della politica cittadina: un’intera classe dirigente
decimata dagli scioglimenti antimafia ma sempre indomita e capace di muovere le
fila, in quanto mai davvero messa nelle condizioni di non poter più,
eventualmente, nuocere alla cosa pubblica
Nessun commento:
Posta un commento