Nicotera. La questione del centro di accoglienza per migranti continua a sortire
polemiche nella cittadina medmea. In particolare, quello allocato in una casa
fatiscente che dà proprio su piazza Garibaldi. Le ospiti all'interno di
quell'alloggio di fortuna vengono spesso alle mani, come rivelato dal
Quotidiano con un servizio uscito qualche giorno fa. Le inquiline della
struttura durante le loro furibonde liti urlano come ossesse, in un fracasso
infernale, e attirando inevitabilmente l'attenzione del circondario. In una di
queste zuffe una profuga è rimasta ferita alla testa, ma l’associazione
Acuarinto, che gestisce la macchina dell’accoglienza nella cittadina medmea, ha
risolto tutto in fretta e furia, senza coinvolgere Carabinieri e Guardia Medica.
C’è poi un altro aspetto che meriterebbe
un approfondimento, e cioè la sospetta presenza di alcuni soggetti di sesso
maschile nei pressi di quell’abitazione: troppi uomini vi ronzano intorno e
bisognerebbe capire il perchè. I richiedenti asilo, tutti maschi, che si
trovano nell’Hotel Miragolfo, affittato dalla famiglia Barbalace all’Acuarinto,
talvolta hanno dato dei grattacapi alle Forze dell’ordine. Tuttavia, c’è da
segnalare che molti di essi trascorrono le loro giornate a giocare con le
macchinette nei bar o a bighellonare in giro senza far nulla, perché la città
non ha mai messo in campo un piano di integrazione.
La domanda che è doveroso porsi è: era
proprio necessario allocare dei centri di accoglienza a Nicotera, paese già
gravato da gravi problemi di ordine pubblico, in cui c’è una stazione dei
Carabinieri sottodimensionata, non c’è la video sorveglianza, nè un
distaccamento del commissariato di polizia? Lo scorso maggio, nel bel mezzo di
un triste momento di tensione che la città stava vivendo, a causa degli omicidi
effettuati da Ciko Olivieri, i Carabinieri, in quegli attimi concitati, son
dovuti intervenire alla stazione ferroviaria per sedare la solita rissa ad
opera degli ospiti dell'Hotel Miragolfo. Ma non solo, tra le righe di questa
iniziativa si intravedono delle irregolarità. Ad esempio: chi è che firma i
certificati di abitalità e agibilità delle strutture dove vengono allocate
queste persone? La casa in piazza
Garibaldi è gravata da seri problemi strutturali, mentre qualcuno ha già segnalato
che il tetto fatiscente rischia di cedere. A sottolineare la non abitabilità
della casa ci ha pensato, lo scorso gennaio, un’assistente sociale che si è
recata in quell'appartamento e ha stabilito che l'abitazione non era idonea per
accogliere delle persone. Tra le altre cose, c'era un impianto elettrico
vetusto e pericoloso, tant’è vero che gli ospiti hanno passato la prima notte
al freddo, tra gli spifferi e il gelo, nonostante la presenza di bambini
piccolissimi (di pochi mesi). Se qualcuno, dunque, ha certificato l’abitabilità
di quell’alloggio, ha certificato il falso.
E poi c'è la questione delle questioni: la
forzatura che è stata fatta in un paese che ha dei problemi drammatici
oggettivamente avvantaggia, dal punto di vista economico, la famiglia
Barbalace, proprietaria dell’enorme hotel adibito a centro di accoglienza, ma
svantaggia, nel contempo, la città di Nicotera (l’immigrazione potrebbe essere
una risorsa ma non nelle condizioni sociali in cui versa il paese), e
incontestabilmente della famiglia Barbalace fa parte un prefetto della
Repubblica, originario di Nicotera, che “di fatto” è anche proprietario della
struttura adibita a Cas, in quanto è coniugato con una delle tre sorelle
proprietarie dell’immobile. Egli è dunque indirettamente o direttamente
interessato alle sorti economiche della vicenda. Si pone, quindi, un problema
di conflitto di interessi tra un rappresentante dello Stato e un affare
privato. In questa ottica, in tutti quei meccanismi legali di garanzia dei
cittadini si ha di fronte un privato o un prefetto? I poteri di un prefetto, lo
sappiamo, incidono sulla sfera pubblica e anche personale di un individuo,
quelli di un privato sono un’altra cosa, e là dove un rappresentate dello Stato
agisce come privato, o come un imprenditore, sul territorio non sarebbe giusto pretenderne
le dimissioni? La vera questione giuridica e politica è questa. E in questa
storia non si può sottacere che c’è stato un avallo della prefettura di Vibo e
della commissione straordinaria che non ha rilevato tale conflitto di interessi,
come, d’altronde, tanti altri conflitti di interessi che nuocciono a Nicotera,
vedi soggetti che navigano tra pubblica amministrazione e vicende e incarichi
privati.
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