Nicotera.
Tutto
comincia il 29 agosto 2013. Pina Lapa si reca in comune per chiedere al sindaco
Franco Pagano l’autorizzazione per poter realizzare una serata in piazza
Garibaldi. Lei, insegnante di portamento, è da qualche mese tornata a Nicotera,
dopo molti anni trascorsi nella capitale. Ha deciso di festeggiare il suo
rientro organizzando per il suo paese natale una sfilata di moda, in cui le
protagoniste saranno le donne, tutte le donne, nel loro intramontabile fascino,
al di là dell’età e dei chili di troppo. Compila la richiesta, che contiene la
domanda di autorizzazione, e nella quale, tra le altre cose, l’insegnante
chiede a Franco Pagano “un piccolo compenso per le spese a suo buon cuore”.
Stando al racconto di Pina Lapa, il sindaco, in virtù di tale richiesta, «si
impegna verbalmente, in presenza di testimoni, di fornire un rimborso spese, a
spettacolo avvenuto, di 400 euro». La domanda viene regolarmente protocollata e
la professoressa comincia i preparativi della manifestazione che ha luogo il 14
settembre. L’evento è un successone, più di mille persone accorrono nella
centralissima piazza Garibaldi, a vedere sfilare, in sontuosi abiti da sera,
molte signore di Nicotera. Casalinghe, mamme, impiegate, studentesse, magre o
oversize, non importa: quella sera diventano tutte speciali, delle Kate Moss in
salsa calabra, al di là di ogni inibizione o pregiudizio. Anche il sindaco
Pagano sale sul palco per ringraziare l’organizzatrice della serata e le tante
neo modelle, che hanno dato vita a una splendida manifestazione, in una serata
settembrina di fine estate, quando la gente cominciava ormai a rintanarsi in
casa. Fin qui tutto bello e tutto magico. Pina Lapa viene inondata di
complimenti e inviti a riprovare a regalare serate così originali alla sempre
più sonnacchiosa Nicotera.
I problemi per
l’insegnante di portamento arrivano quando si reca al comune per chiedere il
rimborso spese verbalmente pattuito con il sindaco. A dire della Lapa, essa
viene regolarmente invitata a ritornare il giorno seguente, o dopo una
settimana, in quanto le veniva detto che «i soldi non si trovano nel cassetto».
«Ogni volta tergiversavano-
accusa Pina Lapa- si inventavano nuove
scuse». L’insegnante asserisce che gli amministratori, in primis il sindaco, le
abbiano detto che «il Comune non può liquidare la somma senza una delibera, e
che quindi l’avrebbero presto emanata per poterle corrispondere quanto
stabilito». Il pellegrinaggio di Pina Lapa al municipio prosegue per tutti
questi mesi. Intanto cresce il suo disappunto e la sua amarezza: i problemi
economici l’attanagliano, il lavoro non va per il verso giusto, la crisi bussa
anche alla sua porta. Le scade l’assicurazione, il che compromette l’uso
dell’automobile, indispensabile per il suo lavoro. Quelle 400 euro le farebbero
comodo per pagare la rata assicurativa, e attenuare un po’ la morsa dentro la
quale si sente stritolata. Ad aggravare il suo stato di sconforto, è
l’atteggiamento elusivo degli amministratori, essa sostiene, «nei confronti del
debito contratto ». L’umiliazione aumenta quando viene mandata in banca a
ritirare il compenso, ma dopo un’ora e mezza di fila, per lei non c’è nemmeno
un centesimo. Avvilita e demoralizzata, l’insegnante urla il suo sdegno al
sindaco, per l’ennesima presa in giro. La lunga sequela di mortificazioni la
gettano in uno stato di protrazione dal quale fatica a risollevarsi. Un giorno
poi comincia ad accarezzare il terribile proposito, come estremo gesto di
protesta, di farla finita, e annuncia il drammatico intento su Facebook.
Il noto social network
mette in moto una poderosa macchina della solidarietà. Pina viene sostenuta e
invitata a reagire. Essa confessa ai suoi tanti amici, virtuali e non, che la
sua rabbia e il suo sdegno, nascono dal sentirsi presa regolarmente in giro, in
un momento difficile della sua vita.
La vicenda però è più
ingarbugliata di quella che sembra, perché, a detta degli amministratori, non
ci sarebbe mai stato alcun accordo pattuito tra l’insegnante e il Comune.
Tant’è vero che non esiste una delibera in cui vi sia contemplato tale impegno
di spesa. Non vi è niente di niente. L’unica carta scritta è la domanda
protocollata fatta da Pina Lapa al sindaco. Che, in teoria, non le darebbe
diritto al benché minimo compenso. Qualcuno sostiene che si potrebbe trattare
di un impegno spesa fuori bilancio, che comunque troverebbe giustificazione nel
corso del prossimo civico consesso. Mentre Pina Lapa attende i suoi soldi, ha
intorno il mondo di Facebook che con estrema delicatezza tenta di asciugarle le
lacrime. Ma non si vive di solo affetto. L’insegnante, corazzata dal sostegno
di uno stuolo di amici virtuali, proverà ancora a combattere per ottenere ciò
che le spetta. Ormai è una questione di principio.
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