Nicotera. Il comune costiero è, notoriamente,
l’ente maggiormente depauperato dalla Sogefil. Quasi otto milioni e mezzo di
euro fatti sparire dalla società di riscossione cui l’ente si era affidato.
Data la particolarità e la complessità della vicenda, val la pena ripercorrere
la storia fin dalle sue origini- in base a quanto emerge nella segnalazione di
danno erariale per i 21 soggetti indagati. Con deliberazione n.102, datata
24.05.2004, l’amministrazione comunale di Nicotera rescindeva la convenzione in
essere con l’Etr, in conseguenza dell’inadeguato livello di prestazioni
offerto, dando mandato al responsabile dell’area finanze e tributi di attuare
le procedure relative all’individuazione del nuovo concessionario per la riscossione
dei tributi comunali.
In data
03.03.2005 il comune stipulava con la Saigese un contratto per affidamento del
servizio di riscossione volontaria e coattiva di Ici, Tarsu e servizio idrico integrato,
per la durata di 2 anni.
Per
l’attività era stato fissato un compenso pari al: 4,83% delle somme riscosse,
in caso di riscossione volontaria;14,00% delle somme riscosse in caso di
riscossione coattiva.
Detto
contratto veniva prorogato fino al 31.12.2010 dalla giunta comunale, con il
provvedimento n.6 del 26.01.2007, che accoglieva la richiesta di proroga
formulata dalla Sogefil Riscossioni.
Già da
subito però, con ogni probabilità, emergevano gravi anomalie in merito al
mancato versamento nelle casse dell’ente. E infatti, nel marzo del 2009, il
funzionario dell’ufficio tributi, Caprino Rocco, con una missiva, diffidava la
società di riscossione a fornire il conto giudiziale 2008 ed i relativi riversamenti.
Altre lettere di analogo contenuto venivano formulate dallo stesso funzionario
e dagli avvocati dell’ufficio legale dell’ente Salvatore Campisi e Russo
Giulia, nel corso del 2010.
Il 17 giugno
del 2010 l’amministrazione comunale di Nicotera incontra il ragioniere Felice
Giampiero (rappresentante delle Sogefil). La società si impegnò a versare,
entro il 21 giugno 2013, la somma di 200 mila euro, a titolo di acconto del
credito complessivo vantato dal comune per la annualità pregresse al 2010.
Poiché la Sogefil non aveva prospettato all’ente la rendicontazione dei
tributi, lo stesso funzionario della società sollecitava la stessa a fornire
tale documentazione. Il 10 ottobre 2010 il presidente della Sogefil comunicava
al comune di Nicotera, che la rendicontazione dei tributi era stata inoltrata
all’ente. Evenienza questa però che non trovava riscontro se la commissione
straordinaria (notiziando anche la procura, la prefettura, la Guardia di
Finanza di Vibo Valentia e la Corte dei conti di Catanzaro) intimava la Sogefil a trasmettere, con urgenza, la
documentazione relativa a tutte le procedure avviate e, in particolare, i
rendiconti di gestione degli anni dal 2004 al 2010, nonché a riversare con
tempestività tutte le somme incassate e non riversate nel corso del tempo. Il 4 marzo 2011 arriva finalmente, da
parte della società, un riepilogo contabile, secondo il quale la Sogefil doveva
all’ente 3.100.850 di euro. La stessa proponeva al comune un piano di
rientro in 15 rate mensili. Nell’ottobre del 2011 avveniva un nuovo incontro tra la commissione straordinaria e il legale
rappresentante della Sogefil (Lo Po Maria Grazia).
In tale
occasione, si fece presente alla società
di riscossione che non aveva stipulato alcuna polizza fideiussoria di garanzia
da porre a base della transazione per la rateizzazione delle somme dovute all’ente.
La società
si impegnava a fornire entro il giorno seguente la quantificazione esatta delle
somme non riscosse, oltre alla documentazione in merito all’attività da essa
espletata, concordando con il comune la sottoscrizione di un atto transattivo garantito da una
polizza fidejussoria di 6.000.000 di euro in caso di inadempimento.
Di fatto la Sogefil forniva garanzie per soli
3.600.000 euro, rappresentate da tre polizze stipulate con la Eticofidi, rispettivamente di 600.000 di 1.800.000 e di 1.200.000 euro.
Allorquando
i commissari prendono atto validità delle polizze, l’ente accordava, nella
primavera del 2012, il piano di rientro proposto dalla società cosentina.
Tuttavia, la
terna commissariale fa un’amara scoperta. A seguito della irreperibilità della Eticofidi,
accertata dal comune in occasione delle richieste di escussione della polizza,
chiede specifiche sulla stessa Eticofidi e sulle polizze alla Banca d’Italia,
la quale adempiva alle richieste del comune di Nicotera con una missiva, nella
quale specificava, tra l’altro, che la
Eticofidi «non è mai stata abilitata allo svolgimento dell’attività di
rilascio di garanzie nei confronti del pubblico, come quella del tipo qui
segnalato»
A ciò è
seguita la denuncia-querela alla stazione dei Carabinieri da parte dei commissari
antimafia.
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