Tiepide
appaiono le reazioni al perpetrato furto da parte dei commissari prefettizi, i
quali si sono limitati a intimare alla Sogefil (notiziando la procura, il
prefetto e la Guardia di Finanza di Vibo, la Corte dei conti di Catanzaro) di
trasmettere, con urgenza, la documentazione relativa a tutte le procedure
avviate e, in particolare, i rendiconti di gestione degli anni dal 2004 al
2010, nonché a riversare con tempestività tutte le somme incassate e non
riversate nel corso del tempo.
In seguito
al dietrofront della Eticofidi, la società non abilitata che aveva offerto la fideiussionedel Piano di rientro delle somme non riversate al Comune, partì finalmente dai commissari la denuncia
–querela alla Sogefil. Era il 21 agosto 2012.
Nonostante
il “sacco”, nel 2008 l’ente aveva in cassa 3.000.000 di euro. Erano questi
fondi destinati a investimenti.
«In sostanza-
si legge nelle carte- parrebbe che l’Ente non abbia vincolato fondi destinati
ad investimenti (verosimilmente accreditati a seguito del commissariamento) e
che, per questo motivo, si sia potuto utilizzarli, ovviando così ai mancati
riversamenti della Sogefil».
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