Nicotera-
Probabilmente
le foto qui riportate non renderanno pienamente l’idea dello stato di
fatiscenza della strada interpoderale che conduce al campo di calcio di Nicotera
Marina. Il tragitto è completamente accidentato. Grosse buche squarciano la
pavimentazione della stradina e la crescita della vegetazione selvaggia rendono
difficoltoso il sentiero che conduce all’impiantistica sportiva. Un folto
canneto invade il passaggio e, in alcuni punti, la flora incolta e selvatica si
intreccia formando un inestricabile intreccio di erbacce che creano non pochi
disagi alle automobili che qui si avventurano per raggiungere il campo
sportivo.
L’itinerario però non
si limita ad essere solo disagevole, infatti ciò che emerso dal sopralluogo
effettuato dalla cronista, esso può
definirsi pericoloso per l’incolumità dei tanti ragazzi che molto spesso lo
percorrono. La strada infatti, in un punto piuttosto esteso, fiancheggia il
fosso San Giovanni: dal letto del canalone alla superficie stradale vi è un
altezza di circa un metro e mezzo. Il tratto di strada sul dirupo, anch’esso
lussureggiante di flora selvatica, non è costeggiato da una benché minima
cintura di protezione, qualcosa che assomigli a un guardrail o una recinzione atta a prevenire eventuale
uscita di carreggiata dei veicoli, visto e considerato che la strada è stretta,
dissestata e soprattutto completamente priva di illuminazione, il che è un
grosso problema specie nelle serate invernali. La strada è inoltre spesso
percorsa da pullman carichi di giovani giocatori che si recano nell’arena
sportiva per disputare una gara. Evenienza questa davvero preoccupante, dato
che è già complicato per un’automobile percorrere la stretta carreggiata.
La cosa più incredibile
è questo sentiero è quello che può considerarsi il più agibile. Infatti dei
quattro itinerari interpoderali che conducono al campo, quello percorso
abitualmente dai giovani calciatori è proprio quello che si estende a
repentaglio al di sopra del fosso San Giovanni.
La realizzazione del
campo sportivo è costata intorno alle 750 mila euro. Mentre l’adeguamento dello
stesso, ovvero la costruzione della strada che conduce all’impianto, si aggirava intorno alle 200
mila euro. Questi lavori erano contemplati dal piano delle opere pubbliche
2007/2009. Ma finora nulla di fatto. Questa opera, come altre, non sono mai
state compiute, né finora si è mai tentato di porre in essere la messa in
sicurezza del percorso interpoderale e cercare di strappare l’impianto
dall’incuria, dove l’erbaccia cresce rigogliosa.
A denunciare lo stato
di degrado del campo sportivo è Diego Corigliano, segretario di A.S. Marina di
Nicotera. La squadra della frazione marittima si difende bene, milita infatti
nel campionato di prima categoria regionale. Con onore la squadra porta in giro
per la Calabria del calcio il nome di Nicotera. Con passione, sacrificio e
forza di volontà i ragazzi si allenano quasi tutti i giorni. E lo sport diventa
svago ed efficace forma di aggregazione in un contesto sociale difficile in cui
non è semplice dare forma e concretezza alle grandi potenzialità dei giovani.
Da qui il grande rammarico espresso da Corigliano, nel non vedere tutelato, da
parte di chi potrebbe intervenire, il diritto fondamentale allo sport. Un
diritto che andrebbe esercitato nelle basilari norme di sicurezza.
“Il sottoscritto- ha
detto il segretario dell’A.S. Marina di Nicotera- ha cercato di bussare a tutte
le porte per poter essere ascoltato. Abbiamo un impianto che è di proprietà
della Provincia, mentre la strada che conduce allo stesso è di pertinenza
comunale. Anzi, le strade di accesso sono quattro e solo una può dirsi agibile,
pur nella sua insidiosità. Io mi chiedo-
ha continuato il segretario- c’è la possibilità di fare sport nel nostro
ambiente? E se un cittadino chiede aiuto, e chi deve rivolgersi? Infatti-
rammenta Corigliano- mi sono rivolto alla Provincia, la quale demanda ogni
addebito al Comune, e viceversa. Non è ben chiaro chi detiene le responsabilità
dello sfacelo cui versa la strada che conduce alla struttura, e il degrado in
cui versa la struttura stessa.”
La società sportiva
A.S. Marina ha ospitato spesso altre squadre per effettuare degli incontri.
“Grande è stata la perplessità di queste ultime nel vedere lo stato di
abbandono in cui si trova il campo sportivo e l’adiacente percorso- ha ribadito
Corigliano, che ha continuato: “la società civile dov’è?”. Da qui l’accorato
appello: “Chiediamo al Comune un aiuto, un sostegno. Operiamo in un territorio
difficile da gestire, con la nostra passione per lo sport facciamo volontariato
cercando di strappare molti giovani da contesti difficili, indirizzandoli nel
mondo del calcio. Ci auto finanziamo, cerchiamo di motivarci moralmente, ma
tutto ciò non basta: è ora che le istituzioni facciano la loro parte e si
facciano sentire. Senza l’aiuto degli Enti preposti dovremo chiudere i
battenti”.
“Al Comune chiediamo-
ha chiosato Corigliano- aiuto necessario per le cose più essenziali. Il momento
economico non è dei più rosei, ce ne rendiamo conto. Ma intanto chiediamo degli
interventi basilari, come la messa in sicurezza della strada o il
decespugliamento del campo”.
Un appello che gli
sportivi sperano non cada nel vuoto.
Enza Dell’Acqua