Nicotera
La fine dell’era del Commissariamento
Era il 1997
quando il governo istituì il commissario per l’emergenza ambientale. Ora, nel
2013 la lunga parentesi del commissariamento si è chiusa, lasciando dietro di
sé, se non il diluvio, una situazione tragica. Tragica principalmente per le tasche
dei contribuenti se si pensa che i vari commissari che si sono succeduti sulla
poltrona emergenziale hanno lasciato in eredità ai calabresi un debito di ben
un miliardo di euro. Soldi evaporati nel nulla, senza che siano mai state
costruite delle discariche o ampliate quelle già esistenti, peraltro private.
Anzi proprio quando tali discariche giungevano al collasso arrivavano puntuali
le autorizzazioni ad ampliare quelle già esistenti, ovviamente, come sottolineato
poco sopra, rigorosamente private.
Il bluff della differenziata
E al danno si aggiunge la beffa, anzi il
bluff: quello della raccolta differenziata che in Calabria assume i contorni di
una vera e propria presa in giro. In realtà è un settore, quello della
differenziata, che, pur essendo costato un occhio della testa, paradossalmente
non esiste. Se improvvisamente tutte le città calabresi divenissero virtuose e
cominciassero a differenziare non avrebbero impianti adatti a riciclare ciò che
è trasformabile. In provincia di Cosenza, precisamente a Rossano, esiste un
solo impianto che tratta l’umido, un impianto per altro piccolo che non
potrebbe trattare tutto l’”umido” prodotto dalla Calabria. Per la plastica
esiste invece un solo centro, a Palmi. Non vi è altro. Rossano e Palmi sono gli
unici due (piccoli) centri di smaltimento di alcune tipologie di rifiuto.
In realtà l’intero sistema dei rifiuti in
Calabria è basato sul cosiddetto Cdr (combustibile che deriva dai rifiuti) che
viene bruciato nel termovalorizzatore di Gioia Tauro. In pratica gli imballaggi di immondizia dopo il trattamento meccanico-biologico
finiscono nell’inceneritore del Cdr, altrimenti la spazzatura viene sotterrata
“tal quale”. Un altro inceneritore avrebbe dovuto essere costruito a Bisignano,
ma finora di questo nuovo impianto non c’è nemmeno l’ombra.
In generale
si può dire che la differenziata per la Calabria è ancora un sogno
lontanissimo, un sogno che però ha dissanguato le casse regionali.
La Corte dei conti e Gaetano Pecorella
A
snocciolare dati e numeri in merito ai sedici anni di commissariamento ci pensa
la Corte dei conti che in una dettagliata relazione disegna quello che è stato
finora il quadro preciso della gestione dei rifiuti in Calabria: senza troppi
complimenti la magistratura contabile punta il dito contro la mala gestione e
l’inattitudine dei commissari, l’inadempienza in fatto di differenziata, benchè
l’ufficio commissariale avesse stipulato dei precisi accordi con la TecSpa (la
società che si occupa di differenziata) e con la quale vi è tuttora un lodo
arbitrale.
”Le
discariche in Calabria sono insufficienti alle esigenze della popolazione- così
la Corte dei conti in una nota invita al Commissario per l’emergenza
ambientale- non solo i tempi delle opere, ma anche i costi sono lievitati
significativamente nel corso degli anni, a fronte di opere che non sono mai
state messe a gara o cantierate e alla fine ci si è mantenuti su percentuali di
raccolta assolutamente irrisorie”.
Altra
sonora bocciatura ai commissari arriva da Gaetano Pecorella, presidente della
commissione parlamentare ecomafie, che si è occupato anche della spazzatura in
Calabria. ”Non è stato realizzato nessuno degli obiettivi previsti dai piani
regionali per la raccolta dei rifiuti”. Insomma, un vero fallimento il
commissariamento per l’emergenza ambientale. Quello che è stato definito “un
carrozzone clientelare” ha marciato per sedici anni tra contratti a termine a
pseudo-esperti e segreterie, in un crescendo di spese pazze e di sprechi che ha scavato un pozzo senza fondo nelle finanze
regionali.
Tutti i numeri del Commissario
Se si
pensano ai soldi spesi dai commissari c’è da ben poco da stare allegri: la
TecSpa vuole 69 milioni di euro, la francese Veolia, che gestiva il
termovalorizzatore di Gioia Tauro, ma che adesso è scappata via dalla Calabria a
gambe levate, ne vuole 90. Le uscite del settore commissariale ammontano a 993
milioni e 270 mila euro.
Naturalmente
in questi anni il commissariamento ha avuto anche delle notevoli entrate.
Trasferimenti statali: 373 milioni di euro; fondi dalla Regione: 92 milioni;
finanziamenti comunitari: 187 milioni; in generale 52 milioni per autoblu,
contratti di co.co.co. e utenze; tariffa Rsu:374 milioni; tariffa della
depurazione: 82 milioni; trasferimenti degli enti locali: 4 milioni, ma molti
comuni non pagano.
Queste le
cifre da capogiro che ruotavano intorno al Commissariamento, che dal primo
aprile ha lasciato la gestione dei rifiuti alla regione Calabria, nella persona
dell’assessore all’ambiente Pugliano. Nella sue mani adesso si trova la patata
bollente e il compito, arduo, di riportare le città calabresi in un clima di
vivibilità.
Avendo
chiaro lo stato di sconquasso economico che si agita dietro la gestione rifiuti
in Calabria, si comprende il perché le strade calabresi cono sempre state invase
da cumuli marcescenti di immondizia.
Nicotera
Per quanto
riguarda il comune di Nicotera, la situazione, come hanno potuto modo di
osservare i cittadini, sta lentamente tornando alla normalità, benchè vi siano
alcuni punti della città ancora sotto assedio della spazzatura. Ma il sindaco
Franco Pagano è ottimista. Ritiene di poter fare vivere alla città un’estate
tranquilla per ciò che concerne l’emergenza spazzatura. Il primo cittadino,
bisogna riconoscerlo, si è in questi mesi speso senza sosta nel tentativo di fare
uscire la cittadina da una situazione che sembrava non trovare mai fine.
Frequenti le trasferte o le missive all’indirizzo di un indifferente
commissario o al prefetto al fine di sensibilizzare le istituzioni sulla
condizione nicoterese. Inoltre Franco Pagano plaude il “passaggio di consegne”
dal commissario alla Regione. “Ritengo che la Regione possieda maggiori
garanzie di elasticità per superare la criticità. La politica è sempre migliore
di qualsiasi gestione commissariale, è maggiormente radicata in loco e sa
trovare soluzioni ottimali”. A tal proposito il sindaco annuncia che, benchè
Nicotera stia in questi giorni versando in modo più o meno regolare,
l’amministrazione ha già individuato un sito ecologico di riserva, per così
dire, da utilizzare nel caso in cui la macchina della raccolta dovesse
nuovamente ingripparsi. “Poiché ci si avvia verso l’estate è di priorità
assoluta per gli amministratori evitare che si possano rivedere intollerabili
scene di rifiuti marcescenti ad abbrutire le strade cittadine. Sarebbe oltre
che uno scempio del decoro urbano anche e soprattutto un attentato alla salute
pubblica”.
La
cittadina tirrenica sta per ora versando tre giorni alla settimana: lunedì,
martedì e venerdì. 17 tonnellate al giorno, per un totale di 51 tonnellate la
settimana. Il Comune ha intanto stipulato un contratto con una nuova ditta per
la raccolta dei rifiuti. Dopo che la RaDi è finita sotto inchiesta, l’Undis
(altra società con la quale il Comune ha stipulato un contratto) ha indicato
allo stato maggiore di Palazzo Convento una nuova società, che è già all’opera.
Un’altra
buona notizia è che il piano di rientro della situazione debitoria di Nicotera nei
confronti del commissariamento perla gestione dei rifiuti procede senza sosta.
Quando la terna commissariale ha ceduto al sindaco lo scettro del comando, la
città doveva al signore dell’emergenza ambientale ben 600 mila euro, mica
briciole. Ora, il Comune è riuscito a
saldare più della metà, anche procedendo con grosse difficoltà, visto che le
casse comunali languono.
Enza
Dell’Acqua
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