lunedì 6 maggio 2013

Impianto di rigassificazione



Nicotera- No al rigassificatore. E’ questo l’accorato grido dei ragazzi dell’associazione  nicoterese  AbraCalabria che il 6 marzo manifesteranno presso le sedi dell’autorità portuale di Gioia Tauro per esprimere tutto il loro dissenso nei confronti della costruzione della megaopera, a forte impatto ambientale,  che si configura come una cupa minaccia per la salute dei cittadini e dell’ambiente.  E’ prevista per mercoledì infatti la riunione del comitato portuale che voterà la concessione demaniale al rigassificatore. Il comitato dovrà decidere se l’impianto vedrà la luce oppure no. Da parte di AbraCalabria si estendono gli inviti  a tutti i cittadini, affinchè il no al rigassificatore sia unanime, forte e compatto. La posta in gioco è altissima: è la salute, l’ambiente, il mare, le coste, il paesaggio.
Questa megaopera, che per alcuni avrebbe tutte le carte in regola per essere definita “ecomostro”, anche se verrà impiantato nell’area portuale di Gioia Tauro, per le sue vaste funzioni, e, soprattutto, per i rischi che comporta interessa una vasta area del territorio: tutta la Piana, Nicotera, Limbadi, Joppolo, ecc.
 Ma cos’è i rigassificatore? Si tratta di un impianto che trasforma il metano dallo stato liquido allo stato gassoso. Il gas estratto nei paesi produttori, viene portato presso l’impianto in questione e qui rigassificato e immesso nelle condutture della rete di distribuzione. Questo impianto è definito  “a rischio di incidente rilevante” per i pericoli che potrebbe comportare alle persone e all’ambiente. Affinchè la  megaopera veda la luce, verranno spazzati via oltre 400 ettari di agrumeti che dovranno lasciare il posto a un impianto foriero di rischi e pericoli, come una polveriera pronta ad esplodere a causa di una incauta  scintilla.
La zona dove infatti la struttura sorgerà è una zona altamente sismica, e in caso di una forte scossa tellurica, potrebbe arrecare una infinità di danni alla salute delle persone e all’ambiente.
 Si tratta di una struttura altamente inquinante: emette infatti nell’atmosfera i cosiddetti vapori di “boil off”, altamente infiammabili. Si consideri inoltre  che l’impianto deve essere lavato in continuazione con migliaia di litri di ipoclorito di sodio, devastante per gli organismi marini. L’impianto di raffreddamento del rigassificatore abbassa la temperatura dell’acqua marina di circa 6° nell’arco di quattro Km, e anche questo andrebbe ad incidere sulla salute dell’ambiente marino. Per il corretto funzionamento l’impianto ha bisogno di enormi quantità di acqua marina che verrebbe poi rilasciata nuovamente in mare, con evidenti effetti inquinanti.
 Da un punto di vista paesaggistico la megaopera si configurerebbe come un obbrobrio tecnologico, nel contesto di un ambiente in cui la bellezza della costa balza in primo piano. Se si pensa dunque di rilanciare il turismo della costa tirrenica, come  è previsto nelle agende degli amministratori, il rigassificatore rappresenta invece una bruttura metallica che va deturpare la bellezza della costa tirrenica con i suoi 17 piani di contenitori di gas liquefatto.
Ma il pericolo maggiore potrebbe cagionarlo alla salute e all’incolumità delle persone. I danni provocati da un incidente a un rigassificatore  sono equiparabili ai danni causati da una centrale nucleare, con decine di migliaia di morti e danni incalcolabili per l’ambiente. Scenari terribili vengono ipotizzati in caso di esplosione di una struttura del genere. Si ipotizza che il gas, freddissimo, a contatto con le acque  del mare comincerebbe  a ribollire formando una nube tossica che inquinerebbe l’aria che diventerebbe irrespirabile, oltre che altamente cancerogena.  Mentre questa miscela gassosa potrebbe dare vita ad esplosioni ed incendi. Insomma uno scenario apocalittico che non dovrà mai diventare un rischio concreto.
Diverse associazioni, oltre la nicoterese AbraCalabria, si stanno attivando per protestare contro l’approvazione della costruzione  dell’impianto. L’appuntamento per tutti è per  il 6 marzo alle dieci del mattino davanti alla sede dell’autorità portuale di Gioia Tauro.  Un coro unanime dovrà dire No al rigassificatore. Il territorio ha bisogno di ospedali, di aree ecologiche, e non di ecomostri che inghiottirebbero ambiente e persone in un balèno.
Enza Dell’Acqua


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