Nicotera- No al rigassificatore. E’ questo l’accorato grido dei
ragazzi dell’associazione nicoterese AbraCalabria che il 6 marzo manifesteranno
presso le sedi dell’autorità portuale di Gioia Tauro per esprimere tutto il
loro dissenso nei confronti della costruzione della megaopera, a forte impatto
ambientale, che si configura come una
cupa minaccia per la salute dei cittadini e dell’ambiente. E’ prevista per mercoledì infatti la riunione
del comitato portuale che voterà la concessione demaniale al rigassificatore.
Il comitato dovrà decidere se l’impianto vedrà la luce oppure no. Da parte di
AbraCalabria si estendono gli inviti a
tutti i cittadini, affinchè il no al rigassificatore sia unanime, forte e
compatto. La posta in gioco è altissima: è la salute, l’ambiente, il mare, le
coste, il paesaggio.
Questa megaopera, che per alcuni avrebbe tutte le carte in
regola per essere definita “ecomostro”, anche se verrà impiantato nell’area
portuale di Gioia Tauro, per le sue vaste funzioni, e, soprattutto, per i
rischi che comporta interessa una vasta area del territorio: tutta la Piana,
Nicotera, Limbadi, Joppolo, ecc.
Ma cos’è i
rigassificatore? Si tratta di un impianto che trasforma il metano dallo stato
liquido allo stato gassoso. Il gas estratto nei paesi produttori, viene portato
presso l’impianto in questione e qui rigassificato e immesso nelle condutture
della rete di distribuzione. Questo impianto è definito “a rischio di incidente rilevante” per i
pericoli che potrebbe comportare alle persone e all’ambiente. Affinchè la megaopera veda la luce, verranno spazzati via
oltre 400 ettari di agrumeti che dovranno lasciare il posto a un impianto
foriero di rischi e pericoli, come una polveriera pronta ad esplodere a causa
di una incauta scintilla.
La zona dove infatti la struttura sorgerà è una zona altamente sismica, e in caso di una forte scossa tellurica, potrebbe arrecare una infinità di danni alla salute delle persone e all’ambiente.
La zona dove infatti la struttura sorgerà è una zona altamente sismica, e in caso di una forte scossa tellurica, potrebbe arrecare una infinità di danni alla salute delle persone e all’ambiente.
Si tratta di una
struttura altamente inquinante: emette infatti nell’atmosfera i cosiddetti
vapori di “boil off”, altamente infiammabili. Si consideri inoltre che l’impianto deve essere lavato in
continuazione con migliaia di litri di ipoclorito di sodio, devastante per gli
organismi marini. L’impianto di raffreddamento del rigassificatore abbassa la
temperatura dell’acqua marina di circa 6° nell’arco di quattro Km, e anche
questo andrebbe ad incidere sulla salute dell’ambiente marino. Per il corretto
funzionamento l’impianto ha bisogno di enormi quantità di acqua marina che verrebbe
poi rilasciata nuovamente in mare, con evidenti effetti inquinanti.
Da un punto di vista
paesaggistico la megaopera si configurerebbe come un obbrobrio tecnologico, nel
contesto di un ambiente in cui la bellezza della costa balza in primo piano. Se
si pensa dunque di rilanciare il turismo della costa tirrenica, come è previsto nelle agende degli amministratori,
il rigassificatore rappresenta invece una bruttura metallica che va deturpare la
bellezza della costa tirrenica con i suoi 17 piani di contenitori di gas
liquefatto.
Ma il pericolo maggiore potrebbe cagionarlo alla salute e
all’incolumità delle persone. I danni provocati da un incidente a un
rigassificatore sono equiparabili ai
danni causati da una centrale nucleare, con decine di migliaia di morti e danni
incalcolabili per l’ambiente. Scenari terribili vengono ipotizzati in caso di
esplosione di una struttura del genere. Si ipotizza che il gas, freddissimo, a
contatto con le acque del mare
comincerebbe a ribollire formando una
nube tossica che inquinerebbe l’aria che diventerebbe irrespirabile, oltre che altamente
cancerogena. Mentre questa miscela
gassosa potrebbe dare vita ad esplosioni ed incendi. Insomma uno scenario apocalittico
che non dovrà mai diventare un rischio concreto.
Diverse associazioni, oltre la nicoterese AbraCalabria, si
stanno attivando per protestare contro l’approvazione della costruzione dell’impianto. L’appuntamento per tutti è per il 6 marzo alle dieci del mattino davanti
alla sede dell’autorità portuale di Gioia Tauro. Un coro unanime dovrà dire No al
rigassificatore. Il territorio ha bisogno di ospedali, di aree ecologiche, e
non di ecomostri che inghiottirebbero ambiente e persone in un balèno.
Enza Dell’Acqua
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