lunedì 13 maggio 2013

La Nuova Toponomastica



Nicotera- La città com’è noto necessita di un lifting in termini di decoro urbano. Ma urge anche di una revisione della toponomastica. E questo per una serie di motivi, sia di ordine pratico, che culturale.
 Affinché non si perda la memoria storica di un popolo è necessario codificarla anche attraverso l’uso dei toponimi. Nella fattispecie, la toponomastica a Nicotera aiuterà il cittadino a ripercorrere e a conoscere la storia della città. Una storia memorabile e intensa, innegabilmente, ma che in pochi conoscono bene.
Fisco, Poste e cultura, primi beneficiari della nuova toponomastica.
Sui muri di Nicotera non vi sono affissi i nomi delle vie e, a volte, nemmeno i numeri civici delle abitazioni o dei locali commerciali. Il che è un bel problema anche per il visitatore della città che faticherà ad orientarsi. Il vantaggio di una nuova toponomastica è dunque di tipo pratico. A Nicotera vi sono ampie zone che portano un’unica denominazione. Si pensi ad esempio a via Filippella o a via Foschea. Circa 800 persone abitano tutte in un’unica via e, considerato che esistono moltissimi casi di omonimie, ciò diventa un bel problema per i portalettere che faticano a rintracciare i destinatari delle poste. Basta pensare che circa due anni fa, quando molti dei storici postini andarono in pensione, le nuove leve, provenienti spesso da altri luoghi, fecero una fatica immane a consegnare la posta ai cittadini, vista l’ampia estensione delle vie, i cui bracci interni portavano la stessa denominazione della via principale. In quei mesi il servizio postale sprofondò nel caos. Missive recapitate all’indirizzo sbagliato, postini frastornati, uffici postali presi d’assalto dai tanti cittadini che invocavano ordine e chiarezza nella consegna della posta.
Altro ambito cui gioverebbe una nuova toponomastica è quello del fisco. Spesso diventa difficile rintracciare i tanti cittadini invisibili per il fisco perché in molti vivono in una via piuttosto estesa, piena tra l’altro di traverse e traversine. Ciò rende complicato rintracciare quei potenziali contribuenti inesistenti per l’ufficio tributario.
Eppure non occorrerebbe fare una grossa fatica per ristabilire l’ordine, per il semplice fatto che la nuova toponomastica già esiste. E’ stata elaborata nel 2006 e ora giace in qualche cassetto di uno degli uffici della sovrintendenza alle belle arti di Cosenza. In teoria basterebbe sollecitare la sovrintendenza al fine di riconsegnare il lavoro al Comune di Nicotera, affinchè lo possa finalmente mettere in pratica. I costi si aggirano intorno alle 20 mila euro. Una cifra non esorbitante, ma a fronte del lavoro che è stato svolto per realizzare il progetto e dei sicuri vantaggi pratici che ne scaturirebbe, probabilmente ne varrebbe la pena.
Anche i benefici che ne trarrebbe la cultura sono evidenti: l’opera infatti è stata realizzata cercando di dare risalto ai nomi dei tanti nicoteresi illustri che si sono distinti nel corsi dei secoli. Ce ne sono parecchi, anche se sconosciuti ai più.
Un lavoro certosino
Ma vediamo nel dettaglio la nuova toponomastica e la sua storia. Tutto cominciò nel lontano 2005, quando su iniziativa dell’allora segretario della consulta comunale Giovanni Durante, la commissione straordinaria che governava la città approvò il regolamento per la toponomastica fino ad allora inesistente. I commissari, con una delibera del 19 gennaio 2006, nominarono tre esperti la cui finalità doveva essere quella di ridisegnare la toponomastica nicoterese, tenendo presente la storia e le personalità che si erano distinte nel corso della storia della città. I tre esperti erano: il professor Pasquale Barbalace, il preside Pino Neri e il preside Calogero, i tre periti scelti dai commissari erano coadiuvati dal compianto geometra Lello Di Leo.
Il lavoro dei tre cattedratici e del geometra, che curava la parte tecnica, durò quasi un anno. Fu un lavoro intenso e certosino, alla fine del quale gli esperti consegnarono ai commissari la toponomastica della città, nella quale figuravano ben 92 nuovi toponimi. Mancavano tuttavia alcuni passaggi di rito che di norma imprimono lo stigma dell’ufficialità, ed infatti nel novembre del 2006 l’opera fu inviata alla Commissione di storia patria di Reggio Calabria, che aveva il compito di visionare e concedere il nullaosta al prospetto.
La Commissione diede parere favorevole. Tutto stava filando liscio, il Comune era dunque pronto a mettere in pratica il progetto, senonché un bel giorno, per puro caso, alcuni funzionari della sovrintendenza alle belle arti di Cosenza passarono da Palazzo Convento. L’allora commissario prefettizio Palmieri comunicò a tali funzionari che c’era pronta una nuova toponomastica. Costoro invitarono il commissario ad inviare loro il lavoro, per una ulteriore supervisione. Da allora l’opera si trova in quel di Cosenza e della nuova toponomastica non se ne è saputo più niente.
Il che si configura come un vero peccato a giudicare della necessità che la città ha di questa opera, se si pensa che esistono delle zone che non sono neppure “annomate” ma che vengono identificate in virtù della vicinanza ad altre denominazioni di strade attigue.
Poiché molte vie di Nicotera erano state attribuite a casaccio o in virtù di una particolare condizione atmosferica (ad esempio via Foschea), l’opera messa a punto dagli esperti consegnava ai nicoteresi la consapevolezza di appartenere a una città in cui storia e cultura si intrecciavano da tempi immemorabili, poiché, come ha sottolineato il professor Pasquale Barbalace, “i toponimi ti portano per mano”, aiutandoti a riscoprire la storia del luogo cui appartieni.
Nomi nuovi a vecchie vie
Via Tondo fu così cancellata, quell’ampia zona fu dedicata al professor Antonino Pagano. Via Barriera venne dedicata allo storico Adilardi. Tutto l’ampio percorso che collega la Madonna della scala alla Madonna delle Grazie, nota ai nicoteresi, con il nome di “variante”, fu assegnata a Marcello Fossataro, altro illustre nicoterese fondatore del Conservatorio dei poveri di Cristo di Napoli. Via Casolare fu invece intitolata ai coniugi Scardamaglia-Longo, fondatori dell’omonimo ente morale oltre che costruttori del convento dei francescani adiacente la chiesa di San Francesco. Sempre in zona San Francesco, la strada che da via Nuovo Liceo si immette ai piedi della variante, fu ribattezzata “via degli Osservanti”, per i conventi presenti in quella zona. Via Filippella non ha subito variazione, perché il nome di tale rione ha un preciso riferimento storico. Infatti dove sorge l’odierno ospedale vi era il convento dei filippini, ragion per cui si salvò la memoria storica del luogo, non senza tuttavia assegnare un nuovo nome a tutte le moltissime traverse che ramificano l’esteso percorso. Anche le varie traverse di via Foschea furono annomate: al questore Polito, al teologo Galasso, e al Beato Paolo Sinetropolitano, di cui, nella sagrestia della Cattedredrale, vi è un’urna che ne contiene una reliquia. L’ex via Scannatoio, fino a via Pozzo, fu intitolata al filosofo Antonino De Bella. Via Luigi Razza, intitolata all’omonimo vibonese ministro dei Lavori Pubblici nel governo Mussolini, fu irrimediabilmente spazzata via, e tale centralissimo viale venne assegnato a Roberto il Guiscardo che nel lontano 1065 fondò la città di Nicotera.
Via La Corte, venne lasciata intoccata, perché l’intestazione si richiama ad un preciso riferimento storico, in quanto in quella zona vi era anticamente la Corte comitale vescovile. Il lungo viale che va dalla chiesetta della Santa Croce a piazza Cavour, è stato intitolato a Raffaele Corso. Mentre non ci si poteva dimenticare del grande pittore Domenico Russo, cui fu intitolato viale Umberto I. Posti d’onore anche per i quattro fratelli vescovi De Gennaro, i presidi Mercuri e Cavallari e il canonico Antonio La Rocca. I vari vicoli di via Baglio furono poi intestati a Federico II di Svevia, Costanza d’Altavilla e Urbano II.
Il professor Pasquale Barbalace
Il professor Pasquale Barbalace è, come abbiamo visto, uno dei tre esperti che ha riscritto la toponomastica nicoterese. E’ uno storico e un etnografo, fine conoscitore della storia di Nicotera, nonché autore di diversi libri sulla storia e sulle tradizioni popolari della città. Senza indugio lo scrittore esprime la perplessità per l’oblio che ha fagocitato un lavoro nel quale è stato  profuso impegno e costanza, e, oltretutto, utile alla città.
“Questo lavoro sulla toponomastica- ha dichiarato il professore- che è stato elaborato da me di concerto con altri colleghi, purtroppo, dopo aver superato i primi ostacoli, si è arenato alla sovrintendenza. Lì l’opera si trova dal 2008, e, nonostante le varie sollecitazioni, non è stata restituita al Comune.”
“Attraverso la nuova toponomastica- ha aggiunto ancora lo scrittore- abbiamo voluto riprendere la storia antica e moderna della città di Nicotera. Anche perché tutte le zone urbane di nuovo sviluppo sono senza indicazione. Questo inspiegabile ritardo nella messa in opera della nuova toponomastica, danneggia la città, creando grandi difficoltà negli uffici postali, nell’ufficio tributario, poiché, allo stato attuale, vi è poco ordine nelle varie denominazione delle vie.”
Enza Dell’Acqua

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