Nicotera- Il due febbraio scorso, presso la
sala consiliare del comune di Nicotera, si è tenuta una conferenza di notevole
interesse storico-culturale. Interessante e non convenzionale, perché ha voluto
aprire uno squarcio su quanto i libri di storia hanno sempre taciuto o
sorvolato, ovvero le vicende relative alle fasi dell’unità d’Italia nel
Mezzogiorno, nonché sulle condizioni economiche, politiche e culturali della
Calabria, e, nello specifico, di Nicotera e del Vibonese.
La conferenza, dal titolo “Nicotera dai Borboni all’Unità”, moderata dal giornalista Antonio Ricottilli,
è stata seguita da un elevato numero di persone, giunte anche dalle cittadine
limitrofe. Ospite d’eccezione e relatore Fiore Marro, presidente nazionale del
Comitato delle Due Sicilie, il quale ha ribadito l’importanza di scoprire il
nostro passato per comprendere meglio il senso e i tanti irrisolti perchè del
presente di un Meridione che fa fatica a decollare. A rendere cosi nutrita la platea è stata
probabilmente una rinnovata coscienza storica dei calabresi, desiderosi di
sollevare quel velo di silenzio, di omertà e di negazionismo che da sempre ha
insabbiato le molte dure verità che riguardano la nostra storia.
“Tutto ciò che è
accaduto deve essere riportato a galla, e consegnato alla ineluttabilità della
storia e alla memoria collettiva del nostro popolo. Capire ciò che è successo è
fondamentale per capire le molte assurde e dolorose incongruenze che spezzano
l’Italia in due: in un Nord industrializzato e un Sud depresso che stenta a riprendersi quella
forza e quella dignità economica che l’unità ha spazzato via”. Queste le parole
della dottoressa Maria Lombardo, membro della commissione cultura del Comitato delle Due Sicilie,
infaticabile ricercatrice della storia preunitaria e organizzatrice del
convegno. La Lombardo ha voluto sottolineare, nel corso della conferenza, i
vari aspetti che hanno riguardato le fasi dell’unità e le varie sfaccettature
dell’economia regnicola. Un’economia sorprendentemente attiva e vivace, retta da una industrializzazione
vitalissima quanto poco conosciuta. Nello specifico, il volto economico del
Vibonese preunitario è stato delineato con grande efficacia ed incisività da
Gianluca Bellacoscia, presidente dell’associazione lametina Calabria Ultra. “E’
importante che i giovani conoscano la realtà economica della Calabria preunitaria-
ha dichiarato Bellacoscia -l’economia della nostra Regione, messa in moto dalle
industrie presenti sul territorio, hanno
reso la Calabria preunitaria la regione più industrializzata del Mezzogiorno”
ha aggiunto Bellacoscia, e, a tal riguardo, ha citato l’industria siderurgica
di Mongiana, e quella di Razzano, presso Cardinale. Un duro e attento lavoro d’archivio quello operato
dai relatori: ricerca e studio di documenti vecchi e impolverati, e spesso nascosti all’attenzione degli storici,
stanno alla base dei dettagliati resoconti proposti a un pubblico attentissimo
e desideroso di sapere .”I dati e le informazioni giunte sino a noi le dobbiamo
all’opera di efficienti archivisti, che hanno conservato con
coscienziosità pezzi di memoria, forse
intuendo che un giorno questi frammenti di storia avrebbero aiutato i moderni
ricercatori a ricomporre un quadro da consegnare finalmente ai posteri, spesso
ignari del loro passato” ha detto Maria Lombardo.
E a proposito di
documenti d’epoca, Alessandro Malerba del CDS-Lamezia ha illustrato con degli
slide d’epoca, recuperati dall’archivio nazionale di Napoli, come avveniva un
censimento in Calabria e nello specifico a Nicotera. Proprio sulla cittadina tirrenica si è
incentrata la relazione della Lombardo,
la quale ha illustrato a la vita sociale, economica e politica preunitaria della
città. La storica ha delineato quanto la Corona cercasse di potenziare con
decreti legge il porto nicoterese, quel porto naturale che il terremoto del
1783 ha distrutto e che era il cuore pulsante dell’economia cittadina e non
solo. Ma il momento clou dell’intervento della Lombardo è stato quello
riguardante lo sbarco di Garibaldi a Nicotera Marina, e gli eventi, tragici,
che seguirono l’unità. Questo momento storico contempla la presenza dei
partigiani, definiti briganti, strenui oppositori dei Savoia; le odiose leggi
Pica, speciali leggi, varate proprio per il Sud, al fine di reprimere insurrezioni
e focolai di protesta. Sempre la Lombardo ha informato la platea di
quell’esercito di dodici mila piemontesi inviati al Sud per sedare il
brigantaggio, e che qui hanno dato il peggio di se stessi uccidendo,
violentando, devastando e distruggendo tutto nella completa connivenza del governo
centrale. Atti scellerati e brutali documentati da quei pochi, salvati,
documenti d’archivio.
“Da brigante a emigrante” è il titolo del libro scritto dal Girolamo Giannotta, quarto relatore. Anch’egli ha delineato il carattere spietato
della legge Pica, il cui scopo principale era quello di estirpare il
brigantaggio, che piano piano andava radicandosi nel territorio e nella cultura
del popolo meridionale. I relatori hanno presentato agli astanti un tragico spaccato
della storia del Mezzogiorno, che invita a riflettere sulle tante problematiche
che il Sud Italia si ritrova oggi come oggi a dover affrontare. Problematiche e
dilemmi sociali, economici e culturali che affondano le loro radici in un
passato da non dimenticare E sulle differenze tra Nord e Sud Italia, come
indiscutibile retaggio storico di fatti gravissimi e densi di straordinarie
ingiustizie, ha parlato lo scrittore Fiore Marro, presidente nazionale del
Comitato delle Due Sicilie. Marro ha chiuso la conferenza evidenziando le
abissali disuguaglianze che intercorrono tra il Meridione e il Settentrione. Il
Sud è stato depauperato delle sue ricchezze e delle sue risorse. Il Banco delle
Due Sicilie è stato letteralmente depredato da Garibaldi, adducendo come
motivazione i debiti di guerra. Molte industrie presenti nel territorio
meridionale sono state trasferite al Nord Italia. Il Sud è stato via via
impoverito, divenendo per i governanti solo una fucina di voti.
Una conferenza appassionante, che ha visto la partecipazione
attiva del pubblico presente in platea e che ha invitato a riscoprire, anzi a
scoprire, le proprie radici e la propria storia.
Enza Dell’ Acqua
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