giovedì 16 maggio 2013

Conferenza Comitato Due Sicilie



Nicotera- Il due febbraio scorso, presso la sala consiliare del comune di Nicotera, si è tenuta una conferenza di notevole interesse storico-culturale. Interessante e non convenzionale, perché ha voluto aprire uno squarcio su quanto i libri di storia hanno sempre taciuto o sorvolato, ovvero le vicende relative alle fasi dell’unità d’Italia nel Mezzogiorno, nonché sulle condizioni economiche, politiche e culturali della Calabria, e, nello specifico, di Nicotera e del Vibonese.
La conferenza, dal titolo “Nicotera dai Borboni all’Unità”,  moderata dal giornalista Antonio Ricottilli, è stata seguita da un elevato numero di persone, giunte anche dalle cittadine limitrofe. Ospite d’eccezione e relatore Fiore Marro, presidente nazionale del Comitato delle Due Sicilie, il quale ha ribadito l’importanza di scoprire il nostro passato per comprendere meglio il senso e i tanti irrisolti perchè del presente di un Meridione che fa fatica a decollare.  A rendere cosi nutrita la platea è stata probabilmente una rinnovata coscienza storica dei calabresi, desiderosi di sollevare quel velo di silenzio, di omertà e di negazionismo che da sempre ha insabbiato le molte dure verità che riguardano la nostra storia.
 “Tutto ciò che è accaduto deve essere riportato a galla, e consegnato alla ineluttabilità della storia e alla memoria collettiva del nostro popolo. Capire ciò che è successo è fondamentale per capire le molte assurde e dolorose incongruenze che spezzano l’Italia in due: in un Nord industrializzato e un  Sud depresso che stenta a riprendersi quella forza e quella dignità economica che l’unità ha spazzato via”. Queste le parole della dottoressa Maria Lombardo, membro della commissione  cultura del Comitato delle Due Sicilie, infaticabile ricercatrice della storia preunitaria e organizzatrice del convegno. La Lombardo ha voluto sottolineare, nel corso della conferenza, i vari aspetti che hanno riguardato le fasi dell’unità e le varie sfaccettature dell’economia regnicola. Un’economia sorprendentemente attiva  e vivace, retta da una industrializzazione vitalissima quanto poco conosciuta. Nello specifico, il volto economico del Vibonese preunitario è stato delineato con grande efficacia ed incisività da Gianluca Bellacoscia, presidente dell’associazione lametina Calabria Ultra. “E’ importante che i giovani conoscano la realtà economica della Calabria preunitaria- ha dichiarato Bellacoscia -l’economia della nostra Regione, messa in moto dalle industrie presenti sul territorio,  hanno reso la Calabria preunitaria la regione più industrializzata del Mezzogiorno” ha aggiunto Bellacoscia, e, a tal riguardo, ha citato l’industria siderurgica di Mongiana, e quella di Razzano, presso Cardinale.  Un duro e attento lavoro d’archivio quello operato dai relatori: ricerca e studio di documenti vecchi e impolverati, e  spesso nascosti all’attenzione degli storici, stanno alla base dei dettagliati resoconti proposti a un pubblico attentissimo e desideroso di sapere .”I dati e le informazioni giunte sino a noi le dobbiamo all’opera di efficienti archivisti, che hanno conservato con coscienziosità  pezzi di memoria, forse intuendo che un giorno questi frammenti di storia avrebbero aiutato i moderni ricercatori a ricomporre un quadro da consegnare finalmente ai posteri, spesso ignari del loro passato” ha detto Maria Lombardo.
 E a proposito di documenti d’epoca, Alessandro Malerba del CDS-Lamezia ha illustrato con degli slide d’epoca, recuperati dall’archivio nazionale di Napoli, come avveniva un censimento in Calabria e nello specifico a Nicotera.  Proprio sulla cittadina tirrenica si è incentrata la  relazione della Lombardo, la quale ha illustrato a la vita sociale, economica e politica preunitaria della città. La storica ha delineato quanto la Corona cercasse di potenziare con decreti legge il porto nicoterese, quel porto naturale che il terremoto del 1783 ha distrutto e che era il cuore pulsante dell’economia cittadina e non solo. Ma il momento clou dell’intervento della Lombardo è stato quello riguardante lo sbarco di Garibaldi a Nicotera Marina, e gli eventi, tragici, che seguirono l’unità. Questo momento storico contempla la presenza dei partigiani, definiti briganti, strenui oppositori dei Savoia; le odiose leggi Pica, speciali leggi, varate proprio per il Sud, al fine di reprimere insurrezioni e focolai di protesta. Sempre la Lombardo ha informato la platea di quell’esercito di dodici mila piemontesi inviati al Sud per sedare il brigantaggio, e che qui hanno dato il peggio di se stessi uccidendo, violentando, devastando e distruggendo tutto nella completa connivenza del governo centrale. Atti scellerati e brutali documentati da quei pochi, salvati, documenti d’archivio.
“Da brigante a emigrante” è  il titolo del libro scritto dal  Girolamo Giannotta, quarto relatore.  Anch’egli ha delineato il carattere spietato della legge Pica, il cui scopo principale era quello di estirpare il brigantaggio, che piano piano andava radicandosi nel territorio e nella cultura del popolo meridionale. I relatori hanno presentato agli astanti un tragico spaccato della storia del Mezzogiorno, che invita a riflettere sulle tante problematiche che il Sud Italia si ritrova oggi come oggi a dover affrontare. Problematiche e dilemmi sociali, economici e culturali che affondano le loro radici in un passato da non dimenticare E sulle differenze tra Nord e Sud Italia, come indiscutibile retaggio storico di fatti gravissimi e densi di straordinarie ingiustizie, ha parlato lo scrittore Fiore Marro, presidente nazionale del Comitato delle Due Sicilie. Marro ha chiuso la conferenza evidenziando le abissali disuguaglianze che intercorrono tra il Meridione e il Settentrione. Il Sud è stato depauperato delle sue ricchezze e delle sue risorse. Il Banco delle Due Sicilie è stato letteralmente depredato da Garibaldi, adducendo come motivazione i debiti di guerra. Molte industrie presenti nel territorio meridionale sono state trasferite al Nord Italia. Il Sud è stato via via impoverito, divenendo per i governanti solo una fucina di voti.
Una conferenza appassionante, che ha visto la partecipazione attiva del pubblico presente in platea e che ha invitato a riscoprire, anzi a scoprire, le proprie radici e la propria storia.
Enza Dell’ Acqua

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