Nicotera-
Esattamente
nell’aprile di un anno fa sulla scrivania del ministro della Giustizia, Paola
Severino, giungeva la relazione di oltre quaranta pagine firmata dal gruppo di
lavoro messo in campo dal ministro Guardasigilli al fine di attuare una riforma
delle circoscrizioni giudiziarie . Con il nome politicamente corretto di
“riforma” si intende in realtà parlare
delle falcidiate impietose, che, com’è noto, non hanno risparmiato
nessun ambito, compreso quello della giustizia.
Nella relazione consegnata al ministro
Severino si definivano i parametri utilizzati per i tagli e i destinatari delle
sforbiciate ministeriali: 37 tribunali e 160 sezioni distaccate. Già poco prima
del Natale del 2011 si era offerto ai cittadini un sostanzioso antipasto, ovvero
un bel provvedimento che sopprimeva gran parte degli uffici dei giudici di pace. La Giustizia italiana è già affetta da
lentezza cronica, la soppressione di uffici funzionali alla macchina della
giustizia, avrà riempito di gioia i tanti cittadini che vedono sfumare davanti
ai loro occhi dei servizi fondamentali.
Sono 674 in tutta Italia gli uffici del
giudice di pace accorpati o soppressi. La legge 148/2011 prevede “una nuova
distribuzione sul territorio degli uffici del giudice di pace”. Il decreto legge non prevede la soppressine
“tout court” dei tribunali minori, ma la
ridefinizione dell’assetto territoriale dei suddetti uffici.
In questo clima di depauperamento
selvaggio, che qualcuno, aulicamente, ha definito “riassetto della geografia
giudiziaria”, si è cercato di lanciare un salvagente agli uffici del giudice di
pace travolti dai marosi della crisi e che vogliono sopravvivere al naufragio.
A partire infatti dal 28 febbraio 2013 e
fino al 29 aprile (cioè oggi) i Comuni che intendevano mantenere nel proprio
territorio e a proprie spese l’ufficio del magistrato
onorario, hanno avuto la possibilità di presentare richiesta al ministero della
Giustizia. Sessanta giorni di tempo in cui i comuni potevano attivarsi per
“salvare” il tribunale “minore”.
Anche il Comune di Nicotera si è
attivato in questo senso, e nel corso dell’ultimo consiglio comunale ha
stabilito che avrebbe fatto domanda al Ministero della Giustizia per mantenere
l’ufficio giudiziario. Il decreto salva-giudice di pace è il 156/2012, e prevede che i Comuni devono assumersi
l’onere della sopravvivenza dell’ufficio stesso.
Il decreto indica inoltre le modalità per
avviare la procedura: “gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro,
possono richiedere il mantenimento degli uffici, con competenza dei rispettivi
territori anche tramite eventuale accorpamento” questo può avvenire qualora il
Comune si faccia integralmente carico delle spese “di funzionamento ed
erogazione del servizio giustizia”.
Tutto dunque a carico dell’ente locale che, si legge ancora nel decreto,
qualora “non dovesse rispettare gli impegni presi, relativamente alle spese da
sostenere, per un periodo superiore a un anno, il relativo ufficio del giudice
sarà soppresso”.
Nel comune di Vibo, sono otto gli uffici
del magistrato onorario. Nicotera è l’unico Comune che intende tener duro e non
mollare la presa. La proposta della minoranza, emersa in sede di consiglio
comunale, era quella di estendere la competenza del giudice di pace ai comuni
viciniori, in modo che si possa condividere le spese di sostentamento.
Questa è un’opportunità guardata con
fiducia dall’Associazione dei giudici di pace, che nella persona del presidente
Vincenzo Crasto, fa sapere che “la speranza è che i Comuni riescano a mantenere
quanti più uffici possibili, anche se il criterio economico potrebbe creare
disparità tra le aree del Paese, penalizzando (come sempre) il Sud, più povero
e con una maggiore incidenza della criminalità, e che non dovrebbe perdere un
presidio di legalità sul territorio”.
Intanto sull’intera riforma delle
circoscrizioni giudiziarie si esprimerà il prossimo 8 ottobre la Corte
Costituzionale. “Va bene razionalizzare- ha aggiunto Crasto- ma sopprimere
l’80% delle sedi del giudice di pace è eccessivo e ci sono evidenti profili di
incostituzionalità”.
Il Comune di Nicotera non intende
arrendersi alla logica di un’austerity insensibile alle esigenze dei cittadini.
Si è già attivato nei modi previsti dalla legge per il mantenimento del tribunale
minore. Un servizio importante per i cittadini, che hanno sempre “fame e sete
di giustizia”, mentre la promessa evangelica di esserne “saziati” appare ancora
lontana.
Enza Dell’Acqua
Nessun commento:
Posta un commento