Nicotera-
La
signora Giuseppa Ursino ha 79 anni portati benissimo. Come si può vedere dalla
foto è una simpatica nonna che posa esibendo una bella sogliola fresca, uno dei
prodotti da lei giornalmente venduti nella centralissima piazza Cavour di
Nicotera. La signora Giuseppa, per tutti la Pina, non è però un’anziana signora
come tante altre. La Pina è una donna speciale perché è una delle ultime
“vanduliatrici”, ovvero una banditrice di pesce. Una di quelle donne,
prevalentemente provenienti da Bagnara, dedite alla vendita del pesce e che
hanno la capacità di attirare i compratori urlando la freschezza e la
specialità dei loro prodotti. La signora Pina la si può vedere ogni mattina e
ogni pomeriggio nel cuore di Nicotera sull’uscio della sua mini pescheria, ma
soprattutto la si può ascoltare, anche a un chilometro di distanza, mentre con
voce forte e inconfondibile, “vandulia” i suoi meravigliosi frutti del mare:
alici, sarde, merluzzetti, gamberi, crostacei che sprizzano ancora fiotti
d’acqua; i famosi “mutuli”, i tonni dei poveri, che le casalinghe calabresi,
maestre dell’industria conserviera, trasformano in delizioso pesce sott’olio.
Il timbro della voce della Pina è ormai notissimo ai nicoteresi. E’ un timbro
intenso, vagamente sabbiato da cantante di colore, che viene da pensare che se
il destino avesse deciso di farla nascere a New Orleans piuttosto che a
Nicotera Marina sarebbe diventata la vocalist in un coro gospel. Ma il destino
ha fatto della Pina una calabrese originaria di Bagnara, una splendida madre di
sei figli e di tanti nipoti. Ha fatto di lei la portatrice di una tradizione
antichissima, quella, appunto della vanduliatrice.
La signora Pina è nata
a Bagnara ma prestissimo si è trasferita a Nicotera Marina. Qui già a quindici
anni si è dedicata alla vendita dei prodotti ittici. Gli uomini della sua
famiglia si immergevano in quello scrigno naturale che è il mare calabrese per
tirarne fuori i tesori e le delizie da destinare alla vendita. Portava
sulla testa una cesta stracolma di tutto il ben Dio che il mare può offrire e
si recava a Nicotera superiore percorrendo a piedi quei sei chilometri che la
separano dalla Marina e giunta in città la percorreva in lungo e in largo nelle
mattinate d’estate sotto un sole implacabile “vanduliando” le prelibatezze
ittiche.
Adesso la Pina non va
più in giro per la città con la sua cesta piena di pesce. Il peso dell’età non
glielo consente più. Per cui se ne sta davanti al mini negozio del figlio, e
anche stando seduta su una sedia riesce a urlare a mezzo mondo la freschezza
della mercanzia che propone alla esigente clientela.
Una donna d’altri
tempi, così come d’altri tempi è la tradizione della vanduliatrici del pesce,
tradizione che va scomparendo fagocitata dalle nuove modalità del commercio.
Ma ancor più la Pina è
il simbolo delle donne lavoratrici, spesso in condizioni avverse e difficili.
Sempre divise tra lavoro, casa e figli da crescere.
Enza Dell’Acqua
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