martedì 10 ottobre 2017

Centro di accoglienza. Verifiche tecniche prima dell'apertura.



 Questo articolo è uscito l'1 di agosto 2017.
Nicotera. Stamattina sopralluogo della Polizia e dei Vigili del Fuoco presso l’Hotel Miragolfo, la struttura che a breve ospiterà 130 migranti. L’associazione che dovrà occuparsi della gestione del Centro nella città medmea ha vinto la gara d’appalto, indetta dalla prefettura di Vibo Valentia, esperita per la gestione degli Sprar. Si chiama Acuorinto, è di Agrigento, e dal 1996 opera nel campo dell’accoglienza dei migranti. L’associazione agrigentina ha asfaltato gli altri contendenti offrendo una diaria giornaliera di 33,67 euro procapite. Seconda e terza le storiche associazioni che, nel territorio vibonese, si occupano di accoglienza: la Stella del Sud e la Monteleone. Con l’aggiudicazione della gara da parte dell’Acuorinto le cose hanno dunque subìto una forte accelerata, e molto presto l’ipotesi fumosa diventerà realtà. La supervisione di ieri, effettuata da Polizia e Vigili del Fuoco, pare fosse finalizzata alla verifica dei requisiti della struttura. Sull’esito di tali valutazioni nulla è trapelato. D’altronde la segretezza è un leit-motiv che ha accompagnato questa vicenda, fin dai suoi esordi. Una vicenda dagli accenti kafkiani in cui tutto è ammantato da un velo di incertezza da rendere i fatti quasi onirici. In pratica, le persone che dovranno guardare in faccia il problema, e confrontarsi con esso, ogni giorno, in tutti i suoi aspetti, vengono tenuti all’oscuro di tutto. I nicoteresi, in primis: sono quelli che dovranno dividere gli spazi cittadini con gli immigrati. Ogni volta che chiedono ragguagli sulla vicenda a chi dovrebbe saperne un po’ di più, si trovano davanti a delle bocche serrate o delle risposte vaghe. I commissari prefettizi, dal canto loro, ne sanno poco niente, se non che prima o poi le porte del Miragolfo dovranno spalancarsi per gli extracomunitari. E poi ci sono i Carabinieri. Loro non hanno notizie ufficiali. Ieri mattina non erano presenti al sopralluogo, né sono stati avvisati dell’iniziativa in atto. Certo è che saranno loro che dovranno occuparsi della vigilanza e dell’ordine pubblico di una città alle prese con un centro di accoglienza che ospita 130 persone, di cui non si sa nulla: né età, nazionalità o religione. Se siano adulti, uomini, donne o nuclei familiari. Sono loro che dovranno gestire l’ordine pubblico in un contesto non semplice, alle prese con un Centro di accoglienza nel cuore del paese, a pochi passi da due scuole (il liceo classico e l’istituto tecnico industriale), a due passi dal centro storico. I Carabinieri, benché non siano notiziati di quanto sta per accadere a Nicotera, dovranno, a cose fatte, farsi carico della sicurezza dei cittadini in un paese ad alta densità criminale, con un consiglio comunale tre volte sciolto per mafia, con le case abbandonate diventate officine per lavorare la marijuana, dove le piantagioni di erba illegale non si contano più, dove la gente tiene in casa armi con matricole abrase e con i colpi in canna, dove il senso di insicurezza è palpabile, dove manca la video sorveglianza. Ignorare lo stato dei fatti potrebbe essere controproducente: la realtà è dura a Nicotera. E da domani, forse, lo sarà ancor di più se qualcuno non penserà ad installare la videosorveglianza e ad implementare la caserma in termini di unità.

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