Questo articolo è uscito l'1 di agosto 2017.
Nicotera.
Stamattina
sopralluogo della Polizia e dei Vigili del Fuoco presso l’Hotel Miragolfo, la struttura
che a breve ospiterà 130 migranti. L’associazione che dovrà occuparsi della
gestione del Centro nella città medmea ha vinto la gara d’appalto, indetta
dalla prefettura di Vibo Valentia, esperita per la gestione degli Sprar. Si chiama
Acuorinto, è di Agrigento, e dal 1996 opera nel campo dell’accoglienza dei
migranti. L’associazione agrigentina ha asfaltato gli altri contendenti
offrendo una diaria giornaliera di 33,67 euro procapite. Seconda e terza le
storiche associazioni che, nel territorio vibonese, si occupano di accoglienza:
la Stella del Sud e la Monteleone. Con l’aggiudicazione della gara da parte
dell’Acuorinto le cose hanno dunque subìto una forte accelerata, e molto presto
l’ipotesi fumosa diventerà realtà. La supervisione di ieri, effettuata da
Polizia e Vigili del Fuoco, pare fosse finalizzata alla verifica dei requisiti
della struttura. Sull’esito di tali valutazioni nulla è trapelato. D’altronde
la segretezza è un leit-motiv che ha accompagnato questa vicenda, fin dai suoi
esordi. Una vicenda dagli accenti kafkiani in cui tutto è ammantato da un velo
di incertezza da rendere i fatti quasi onirici. In pratica, le persone che
dovranno guardare in faccia il problema, e confrontarsi con esso, ogni giorno, in
tutti i suoi aspetti, vengono tenuti all’oscuro di tutto. I nicoteresi, in primis:
sono quelli che dovranno dividere gli spazi cittadini con gli immigrati. Ogni
volta che chiedono ragguagli sulla vicenda a chi dovrebbe saperne un po’ di
più, si trovano davanti a delle bocche serrate o delle risposte vaghe. I
commissari prefettizi, dal canto loro, ne sanno poco niente, se non che prima o
poi le porte del Miragolfo dovranno spalancarsi per gli extracomunitari. E poi
ci sono i Carabinieri. Loro non hanno notizie ufficiali. Ieri mattina non erano
presenti al sopralluogo, né sono stati avvisati dell’iniziativa in atto. Certo
è che saranno loro che dovranno occuparsi della vigilanza e dell’ordine
pubblico di una città alle prese con un centro di accoglienza che ospita 130
persone, di cui non si sa nulla: né età, nazionalità o religione. Se siano
adulti, uomini, donne o nuclei familiari. Sono loro che dovranno gestire
l’ordine pubblico in un contesto non semplice, alle prese con un Centro di
accoglienza nel cuore del paese, a pochi passi da due scuole (il liceo classico
e l’istituto tecnico industriale), a due passi dal centro storico. I
Carabinieri, benché non siano notiziati di quanto sta per accadere a Nicotera,
dovranno, a cose fatte, farsi carico della sicurezza dei cittadini in un paese
ad alta densità criminale, con un consiglio comunale tre volte sciolto per
mafia, con le case abbandonate diventate officine per lavorare la marijuana, dove
le piantagioni di erba illegale non si contano più, dove la gente tiene in casa
armi con matricole abrase e con i colpi in canna, dove il senso di insicurezza
è palpabile, dove manca la video sorveglianza. Ignorare lo stato dei fatti
potrebbe essere controproducente: la realtà è dura a Nicotera. E da domani,
forse, lo sarà ancor di più se qualcuno non penserà ad installare la
videosorveglianza e ad implementare la caserma in termini di unità.
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