Nicotera.
Rivedere
la convenzione in atto che il Comune di Nicotera ha con la Iam (Iniziative
ambientali meridionali) è uno dei propositi che la Commissione straordinaria
alla guida di palazzo Convento ha deciso di concretizzare. Un’intenzione
evidenziata a più riprese, strettamente collegata al tema della depurazione con
tutto il suo stuolo di criticità connesse. E così alcune settimane addietro si
è tenuto un incontro in Comune a cui hanno partecipato i responsabili della
Società ambientale di depurazione e, ovviamente, la Terna commissariale. Motivo
della riunione la revisione del corrispettivo versato annualmente dall’ente
alla Iam. Una cifra ragguardevole pari a qualcosa come 180mila euro annui,
divisa in quattro rate trimestrali. Una somma forfettaria, che non tiene quindi
conto della reale quantità delle acque reflue che arrivano al depuratore di
Gioia Tauro. Mancano infatti dei misuratori di pressione, di norma posti lungo
il tragitto percorso dai liquami fognari, che stabiliscano con esattezza quanto
carico viene spinto presso il megaimpianto della Piana. E proprio in mancanza
di una corretta misurazione del carico, la cifra forfettaria è ritenuta dai
commissari eccessiva, anche in virtù del fatto che il super lavoro per le pompe
di sollevamento del Comune medmeo si registra esclusivamente nei mesi estivi. La
Terna ha quindi chiesto e ottenuto dalla Iam che la somma versata dal Comune
sia decurtata quanto meno del dieci per cento, e ciò in attesa di attrezzare le
condotte che trasportano i reflui a Gioia Tauro di appositi misuratori di
carico. E probabilmente allora potrebbero esserci delle sorprese: ad esempio
scoprire che la somma versata dal Comune è una cifra eccessiva in relazione
alle acque nere prodotte e inviate al depuratore.
A proposito di costi,
val la pena di segnalare che l’ente non deve anche affrontare solo quelli
relativi alle quote trimestrali versate alla Società di iniziative ambientali
di Gioa Tauro. A questi, infatti, si devono aggiungere gli esborsi per le
numerose spese di manuntenzione richieste alle cinque pompe di sollevamento
disseminate lungo il tragitto che conducono le acque reflue all’impianto di
Gioia Tauro. Le stazioni di sollevamento sono spesso oggetto di interventi di
gestione che vanno, in genere, dai tre ai seimila euro. Se si considera che
tali interventi di manutenzione devono essere effettuati con una certa
frequenza, è facile intuire che i costi per la depurazione diventano sempre più
eccessivi, perché vanno ad includere anche quelli relativi alla salvaguardia
degli impianti delle stazioni di sollevamento. Insomma, sembrerebbe che il
Comune costiero dismettendo il suo vecchio depuratore non abbia proprio fatto
un buon affare. La Iam ha dei costi notevoli, gli interventi di manutenzione
anche e, in ultima analisi, a degli esborsi così ragguardevoli non corrisponde
una buona qualità delle acque del mare, anzi, le cronache degli ultimi anni
testimoniano esattamente il contrario.
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