lunedì 26 marzo 2018

Il Comune ottiene un decurtamento del 10% sui costi del conferimento delle acque reflue alla Iam. Ma si punta a un distaccamento dal megadepuratore di Gioia Tauro.


Nicotera. Rivedere la convenzione in atto che il Comune di Nicotera ha con la Iam (Iniziative ambientali meridionali) è uno dei propositi che la Commissione straordinaria alla guida di palazzo Convento ha deciso di concretizzare. Un’intenzione evidenziata a più riprese, strettamente collegata al tema della depurazione con tutto il suo stuolo di criticità connesse. E così alcune settimane addietro si è tenuto un incontro in Comune a cui hanno partecipato i responsabili della Società ambientale di depurazione e, ovviamente, la Terna commissariale. Motivo della riunione la revisione del corrispettivo versato annualmente dall’ente alla Iam. Una cifra ragguardevole pari a qualcosa come 180mila euro annui, divisa in quattro rate trimestrali. Una somma forfettaria, che non tiene quindi conto della reale quantità delle acque reflue che arrivano al depuratore di Gioia Tauro. Mancano infatti dei misuratori di pressione, di norma posti lungo il tragitto percorso dai liquami fognari, che stabiliscano con esattezza quanto carico viene spinto presso il megaimpianto della Piana. E proprio in mancanza di una corretta misurazione del carico, la cifra forfettaria è ritenuta dai commissari eccessiva, anche in virtù del fatto che il super lavoro per le pompe di sollevamento del Comune medmeo si registra esclusivamente nei mesi estivi. La Terna ha quindi chiesto e ottenuto dalla Iam che la somma versata dal Comune sia decurtata quanto meno del dieci per cento, e ciò in attesa di attrezzare le condotte che trasportano i reflui a Gioia Tauro di appositi misuratori di carico. E probabilmente allora potrebbero esserci delle sorprese: ad esempio scoprire che la somma versata dal Comune è una cifra eccessiva in relazione alle acque nere prodotte e inviate al depuratore.
A proposito di costi, val la pena di segnalare che l’ente non deve anche affrontare solo quelli relativi alle quote trimestrali versate alla Società di iniziative ambientali di Gioa Tauro. A questi, infatti, si devono aggiungere gli esborsi per le numerose spese di manuntenzione richieste alle cinque pompe di sollevamento disseminate lungo il tragitto che conducono le acque reflue all’impianto di Gioia Tauro. Le stazioni di sollevamento sono spesso oggetto di interventi di gestione che vanno, in genere, dai tre ai seimila euro. Se si considera che tali interventi di manutenzione devono essere effettuati con una certa frequenza, è facile intuire che i costi per la depurazione diventano sempre più eccessivi, perché vanno ad includere anche quelli relativi alla salvaguardia degli impianti delle stazioni di sollevamento. Insomma, sembrerebbe che il Comune costiero dismettendo il suo vecchio depuratore non abbia proprio fatto un buon affare. La Iam ha dei costi notevoli, gli interventi di manutenzione anche e, in ultima analisi, a degli esborsi così ragguardevoli non corrisponde una buona qualità delle acque del mare, anzi, le cronache degli ultimi anni testimoniano esattamente il contrario.

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