Nicotera.
Si allunga l’elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzata e
acquisiti al patrimonio dell’ente. Agli otto immobili già trasferiti, infatti, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei
beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha destinato altri
sette terreni siti a Nicotera Marina, precisamente in località Salaghi, per un
valore di mercato superiore ai duecento mila euro. Nella medesima località vi è
anche un fabbricato, anch’esso incamerato nel patrimonio del Comune. Vi sono
inoltre tre terreni agricoli siti in via Tondo, di un’estensione pari a più di
seimila metri quadrati di ampiezza. Nella lista anche due terreni agricoli, in
località “Sant’Irene” nella frazione Comerconi, che misurano più di 1600 mq.
Infine, un terreno agricolo, in località “Sopra La Torre”, di 440 mq.
Spesso questi immobili
non sono di facile gestione, perché posizionati in zone assai impervie, come
nel caso di quello in località “sopra la Torre” , nei pressi della stazione
ferroviaria. Si tratta di zone intercluse e difficilmente raggiungibili, che
impongono al Comune di intavolare trattative con i possidenti dei terreni
limitrofi per trovare una soluzione al fine di raggiungere agevolmente l’area
acquisita attraverso una servitù di passaggio.
Nello specifico,
proprio quest’ultimo bene confiscato, era stato designato dal Comune come area
ottimale per allocarvi un pozzo idrico per servire la frazione Marina,
risparmiando così anche sui costi di consumo di energia elettrica, dato che l’approvvigionamento
sarebbe giunto a valle “per caduta”. Ma proprio a causa dell’impervietà del
luogo il progetto non è mai andato in porto. Diversa pare invece sia la
situazione per quanto riguarda i tre immobili contigui siti in via Tondo. Tali
beni, infatti, sono terreni agricoli incolti e urbanisticamente posizionati in
pieno centro cittadino. “Il comune di Nicotera- si legge nella delibera in
oggetto- non è dotato di luoghi e spazi all’aperto adibiti alla pubblica
utilità. L’area oggetto di confisca può essere utilizzata per la realizzazione
di opere aventi finalità sociali, al fine di adibirla alla collettività
attraverso interventi di riqualificazione”. Come annunciato dal Quotidiano qualche
giorno fa, gli spazi confiscati di via Tondo dovrebbero essere trasformati in un
parco attrezzato cittadino. In effetti, il Regolamento dell’Agenzia dei Beni
confiscati prevede che tali immobili debbano diventare strumento di sviluppo e
riscatto del territorio ed essere necessariamente preposti “ad attività a
servizio a baneficio dello stesso, al fine di attuare politiche di promozione
sociale, culturale, ambientale, della legalità e della sicurezza, creando
opportunità di sviluppo e di lavoro, per combattere il disagio sociale,
l'emarginazione e la disoccupazione”.
La durata della
concessione va da un periodo non inferiore a cinque anni e non potrà superare
trent’anni. Le amministrazioni hanno il dovere di agire celermente, infatti
hanno un anno di tempo per trasformarli in opere utili alla collettività. Qualora
ciò non avvenga l’Agenzia può disporre la revoca del trasferimento e istituire
la figura di un commissario con poteri
sostitutivi. Si pensi che dei beni confiscati alla ndrangheta, trasferiti al
Comune di Nicotera, solo uno era stato riutilizzato: nella fattispecie un’abitazione
di Nicotera superiore, sede dell’associazione bandistica cittadina, prima che
l’umidità la rendesse impraticabile. Sorte avversa e complicata ha avuto il
famoso “Elefante rosso”, a Nicotera Marina, sito in località Timpa. Un caso che
non si può non citare. Per anni in attesa di trovare una destinazione d’uso.
Quando finalmente si decise di allocarvi la sede di una scuola di musica e
cinematografia, un incredibile furto mise fine all’importante progetto di alto
valore artistico e sociale, oltre che simbolico. Ignoti, approfittando dalla
mancata attivazione del sistema di vigilanza elettronico, portarono via
strumenti musicali dal valore di 200 mila euro. Da allora niente di fatto.
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