lunedì 26 marzo 2018

Si allunga l'elenco dei beni confiscati alla mafia trasferiti al Comune di Nicotera, ma solo uno è stato utilizzato.


Nicotera. Si allunga l’elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzata e acquisiti al patrimonio dell’ente. Agli otto immobili già trasferiti, infatti, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha destinato altri sette terreni siti a Nicotera Marina, precisamente in località Salaghi, per un valore di mercato superiore ai duecento mila euro. Nella medesima località vi è anche un fabbricato, anch’esso incamerato nel patrimonio del Comune. Vi sono inoltre tre terreni agricoli siti in via Tondo, di un’estensione pari a più di seimila metri quadrati di ampiezza. Nella lista anche due terreni agricoli, in località “Sant’Irene” nella frazione Comerconi, che misurano più di 1600 mq. Infine, un terreno agricolo, in località “Sopra La Torre”, di 440 mq.
Spesso questi immobili non sono di facile gestione, perché posizionati in zone assai impervie, come nel caso di quello in località “sopra la Torre” , nei pressi della stazione ferroviaria. Si tratta di zone intercluse e difficilmente raggiungibili, che impongono al Comune di intavolare trattative con i possidenti dei terreni limitrofi per trovare una soluzione al fine di raggiungere agevolmente l’area acquisita attraverso una servitù di passaggio.
Nello specifico, proprio quest’ultimo bene confiscato, era stato designato dal Comune come area ottimale per allocarvi un pozzo idrico per servire la frazione Marina, risparmiando così anche sui costi di consumo di energia elettrica, dato che l’approvvigionamento sarebbe giunto a valle “per caduta”. Ma proprio a causa dell’impervietà del luogo il progetto non è mai andato in porto. Diversa pare invece sia la situazione per quanto riguarda i tre immobili contigui siti in via Tondo. Tali beni, infatti, sono terreni agricoli incolti e urbanisticamente posizionati in pieno centro cittadino. “Il comune di Nicotera- si legge nella delibera in oggetto- non è dotato di luoghi e spazi all’aperto adibiti alla pubblica utilità. L’area oggetto di confisca può essere utilizzata per la realizzazione di opere aventi finalità sociali, al fine di adibirla alla collettività attraverso interventi di riqualificazione”. Come annunciato dal Quotidiano qualche giorno fa, gli spazi confiscati di via Tondo dovrebbero essere trasformati in un parco attrezzato cittadino. In effetti, il Regolamento dell’Agenzia dei Beni confiscati prevede che tali immobili debbano diventare strumento di sviluppo e riscatto del territorio ed essere necessariamente preposti “ad attività a servizio a baneficio dello stesso, al fine di attuare politiche di promozione sociale, culturale, ambientale, della legalità e della sicurezza, creando opportunità di sviluppo e di lavoro, per combattere il disagio sociale, l'emarginazione e la disoccupazione”.
La durata della concessione va da un periodo non inferiore a cinque anni e non potrà superare trent’anni. Le amministrazioni hanno il dovere di agire celermente, infatti hanno un anno di tempo per trasformarli in opere utili alla collettività. Qualora ciò non avvenga l’Agenzia può disporre la revoca del trasferimento e istituire la figura di un commissario  con poteri sostitutivi. Si pensi che dei beni confiscati alla ndrangheta, trasferiti al Comune di Nicotera, solo uno era stato riutilizzato: nella fattispecie un’abitazione di Nicotera superiore, sede dell’associazione bandistica cittadina, prima che l’umidità la rendesse impraticabile. Sorte avversa e complicata ha avuto il famoso “Elefante rosso”, a Nicotera Marina, sito in località Timpa. Un caso che non si può non citare. Per anni in attesa di trovare una destinazione d’uso. Quando finalmente si decise di allocarvi la sede di una scuola di musica e cinematografia, un incredibile furto mise fine all’importante progetto di alto valore artistico e sociale, oltre che simbolico. Ignoti, approfittando dalla mancata attivazione del sistema di vigilanza elettronico, portarono via strumenti musicali dal valore di 200 mila euro. Da allora niente di fatto.

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