lunedì 26 marzo 2018

Laboratorio prelievi verso una sospensione per 15 giorni.


Nicotera.  La speranza condivisa è che l’Asp riesca a scongiurare la chiusura del laboratorio esami emotologici per quei 15 giorni in cui l’infermiera addetta ai prelievi andrà in ferie, e cioè tra qualche giorno. Il rischio, a quanto pare, è assai concreto: il servizio potrebbe andare verso la sospensione per un periodo di due settimane non essendosi ancora palesate all’orizzonte delle soluzioni da parte dell’Azienda sanitaria provinciale.
Un problema già evidenziato da questo giornale. Un problema tra i tanti, a corredo di una situazione di eterna precarità in cui versa il nosocomio nicoterese. Come sempre a vivere il disagio maggiore saranno i cittadini, privati di servizi essenziali e costretti ad effettuare gli esami presso strutture a pagamento, non senza aver prima fatto un viaggio di almeno tre quarti d’ora, qualora vogliano raggiungere la più vicina struttura pubblica. Il laboratorio prelievi nicoterese versa in gravi condizioni di precarietà da circa un anno, da quando, cioè, l’impiegato addetto al trasporto delle provette all’ospedale di Vibo è andato in pensione. Una figura fondamentale nell’ambito del funzionamento dell’adeguato funzionamento del servizio. Venendo meno il supporto di tale impiegato, si è venuta a creare una situazione francamente inammissibile: l’infermiere addetto ai prelievi deve farsi carico anche del trasporto dei campioni emotologici all’ospedale di Vibo. Ma non solo, deve gestire anche l’aspetto, per così dire, amministrativo del centro prelievi. Un tuttofare legittimamente esausto. Una specie di factotum, nuova figura professionale creata da un’ostinata indifferenza, o forse dall’impossibilità nel posizionare in modo produttivo gli impiegati nello scacchiere della pianta organica dell’Asp, o semplicemente perché è più semplice trovare un ago in un pagliaio che scovare un imboscato, sta di fatto che a farci le spese saranno, come sempre, i cittadini: pagano le tasse, ma non hanno servizi. E ora si apprestano a vivere l’ennesimo disservizio, a meno che nelle stanze dei bottoni non si corra velocemente ai ripari.

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