Nicotera.
E’ da almeno due decenni che il paese attende
la revisione della toponomastica, fondamentale strumento di orientamento
stradale e civile, oltre che documento storico e culturale capace di evocare la
vita e la storia di una città. Un'attesa che, a detta della Terna commissariale
alla guida di palazzo Convento, dovrebbe essere quasi finita, in quanto
l’importante lavoro, affidato, per la parte tecnica, tre anni fa dalla Giunta
Pagano al geometra Gallizzi, sarebbe quasi ultimato. Uno strumento di cui
Nicotera sente oggettivamente la mancanza: ci sono intere aree cittadine completamente
sprovviste di un nome, lo stesso dicasi dei numeri civici, praticamente assenti
dappertutto. Un bel problema per i portalettere alle prese con la consegna
della posta in un labirinto privo di indicazioni. Lo stesso dicasi dell’eterno
gap dell’anagrafe tributaria: l’assenza di precise indicazioni sulle vie, le
piazze, i viali e i percorsi getta un manto di invisibilità sui tanti evasori
presenti in paese ed assenti nelle liste di recupero crediti del Comune. Ma ora
questo stato di caos potrebbe avere le ore contate: la toponomastica è quasi
pronta, e il suo varo è perfettamente speculare con l’informatizzazione degli
uffici comunali fortemente voluta dalla Terna prefettizia.
La nuova toponomastica,
redatta ben tredici fa, non ha mai avuto vita facile e se, a distanza di tanto
tempo, fatica ancora a vedere alla luce, il motivo va ricercato nell’indolenza
o nella disattenzione di chi ha amministrato il Comune. Era infatti il 2005
quando la prima commissione prefettizia, che reggeva le sorti di palazzo
Convento, diede mandato ad un team di lavoro per la stesura di un nuovo
strumento di direzione e organizzazione civica. La squadra operativa era
composta, per la parte tecnica, dal geometra Lello De Leo; la parte
specificamente storica e culturale era invece costituita dall’etnologo e
scrittore Pasquale Barbalace; dall’intellettuale e scrittore, nonché ex preside
del Liceo Classico “Bruno Vinci”, Pino Neri; dal professore Domenico Calogero.
Un’equipe affiatata e di notevole spessore culturale ha dato vita ad un
preziosissimo strumento nel quale, oltre a dare ordine e nome a tutte le zone
di Nicotera, restituiva storia e onore ad una cittadina da due millenni
protagonista delle vicende della costa tirrenica, oltre che centro di
diffusione culturale dell’intero territorio. Il geometra De Leo, dal canto suo,
aveva fatto egregiamente la sua parte. Il documento aveva ottenuto persino il
placet dell’Istituto di Storia patria; mancava solo il benestare della
prefettura, oltre che le ultime formalità burocratiche. Eppure, la
toponomastica si arenò, e rimase per anni sepolta in qualche ufficio del
municipio. A risvegliarla dal suo torpore ci pensò la giunta Pagano, durante
l’esecutivo da essa guidato. Ma il riavvio partì con un errore incomprensibile,
cioè: l’amministrazione affidò la realizzazione della parte tecnica del lavoro
a un nuovo geometra; eppure, quella parte esisteva già, redatta dal geometra De
Leo, che purtroppo veniva a mancare; e non solo, il Comune non aveva mai pagato
il professionista per la sua prestazione: rimaneva dunque un contenzioso aperto
con la vedova del perito. Due tecnici, dunque, per un unico lavoro e un inutile
aumento della spesa pubblica. A conti fatti, pare che i Commissari useranno il
lavoro del Gallizzi- il nuovo perito incaricato dall’amministrazione passata-
applicato al monumentale lavoro storico e culturale dei tre intellettuali
nicoteresi.
Nella foto, il professore Pasquale Barbalace, uno degli storici incaricati a redarre la parte storico-culturale della toponomastica.
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