Nicotera. La notizia della donazione della Torre Parnaso al
Comune di Joppolo da parte di un privato cittadino proprietario del terreno
dove essa insiste, continua a suscitare non poche polemiche e perplessità a
Nicotera, oltre che un certo sdegno per quello che è considerato “uno scippo”
alla città medmea, fondatrice del bene monumentale ora conteso. Il commissario
Adolfo Valente, presidente della Terna prefettizia, ha fatto sapere che la
squadra ministeriale intende non far passare la cosa sotto traccia, anzi, precisa
che «la vicenda merita un doveroso approfondimento, per comprendere tutti gli
aspetti legali della cosa, ed anche eventuali vincoli, sempre di natura legale,
per fare luce sulla reale fattività di tale donazione». In attesa che il Comune
si adoperi a vederci chiaro, sale l’indignazione dell’Intellighenzia nicoterese, in quanto è considerato
assurdo che un privato cittadino possa arrogarsi il diritto di fare donazione
di un bene monumentale che appartiene alla storia di un popolo. A definire con
precisione la storia della Torre Parnaso è lo studioso nicoterese Pasquale
Barbalace. L’etnologo e scrittore, forte della sua sterminata conoscenza,
racconta la vicenda della Torre. Dalla sua ricchissima biblioteca rispolvera un
classico della storia di Nicotera: il trattato di Vincenzo Brancia “Il regno
delle Due Sicilie, stampato a Napoli nel 1853, qui si legge: «Fuori l’abitato (di Nicotera), a due miglia
di distanza sulla costiera, si vede una Torre di forma rotonda, che dicesi
volgarmente “Torre di Joppolo”, comunque sia in tenimento di Nicotera. Essa è
una di quelle torri che Carlo V, su consiglio
del vicerè Pietro di Toledo, fece costruire lungo il litorale del reame
quando il Sultano Solimano II si erse poderosamente armato per molestare con
scorrerie i nostri luoghi. I castellani che la presidiavano, stipendiati dal
paese, avevano l’incarico di stare sulle vedette, contro i corsari, e di
avvisare di qualsiasi arrivo con segnalazioni fatte con fuochi di notte, e
mediante staffette a cavallo di giorno». Il professore Barbalace cita un altro
insigne studioso, il Corso, e la sua opera “Cronistoria Civile religiosa della
Città di Nicotera”, dalla quale apprendiamo che la Torre è stata edificata nel
1542, sulla Costa dei Calamaci, pertinente al territorio nicoterese. Ma altre
due ne sono state edificate, nello stesso anno, più a Sud, la Torre di Santa
Maria dell’Agnone, zona impervia soprastante Nicotera Marina, e un’altra in
località San Nicola.
La
Torre è sempre stata definita “Torre di Joppolo” a causa della vicinanza con il
lungomare di tale paese, sta di fatto che l’antica costruzione militare si
trova in località Ciriciglia, territorio cerniera tra i due comuni costieri,
che comunque rientra nei 32 kmq della città medmea. Come rilevano dal
Quotidiano in articolo di quattro anni fa, in tale località non vi sono solo i
beni monumentali ad essere contesi, ma anche i cittadini: infatti esistono una
cinquantina di persone che qui vivono: esse hanno la residenza nel Comune di
Joppolo, ma per le pratiche edilizie ed amministrative del territorio devono
rivolgersi al municipio nicoterese. Cittadini “trafugati” dal Comune di
Joppolo, si disse all’epoca, “per motivi elettorali”. Per quanto riguarda
invece la torre della discordia, il fatto che quella fetta di territorio sia
stata acquistata da un privato cittadino annullerebbe anche le questioni di
confine; ma ora, a quanto pare, è tutto da vedere.
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