lunedì 26 marzo 2018

Torre della discordia. Commissario Valente: “Vogliamo vederci chiaro”. Professore Barbalace rispolvera l’antica bibliografia in merito: “la Torre l’hanno costruita di Nicoteresi”.


Nicotera. La notizia della donazione della Torre Parnaso al Comune di Joppolo da parte di un privato cittadino proprietario del terreno dove essa insiste, continua a suscitare non poche polemiche e perplessità a Nicotera, oltre che un certo sdegno per quello che è considerato “uno scippo” alla città medmea, fondatrice del bene monumentale ora conteso. Il commissario Adolfo Valente, presidente della Terna prefettizia, ha fatto sapere che la squadra ministeriale intende non far passare la cosa sotto traccia, anzi, precisa che «la vicenda merita un doveroso approfondimento, per comprendere tutti gli aspetti legali della cosa, ed anche eventuali vincoli, sempre di natura legale, per fare luce sulla reale fattività di tale donazione». In attesa che il Comune si adoperi a vederci chiaro, sale l’indignazione dell’Intellighenzia nicoterese, in quanto è considerato assurdo che un privato cittadino possa arrogarsi il diritto di fare donazione di un bene monumentale che appartiene alla storia di un popolo. A definire con precisione la storia della Torre Parnaso è lo studioso nicoterese Pasquale Barbalace. L’etnologo e scrittore, forte della sua sterminata conoscenza, racconta la vicenda della Torre. Dalla sua ricchissima biblioteca rispolvera un classico della storia di Nicotera: il trattato di Vincenzo Brancia “Il regno delle Due Sicilie, stampato a Napoli nel 1853, qui si legge:  «Fuori l’abitato (di Nicotera), a due miglia di distanza sulla costiera, si vede una Torre di forma rotonda, che dicesi volgarmente “Torre di Joppolo”, comunque sia in tenimento di Nicotera. Essa è una di quelle torri che Carlo V, su consiglio  del vicerè Pietro di Toledo, fece costruire lungo il litorale del reame quando il Sultano Solimano II si erse poderosamente armato per molestare con scorrerie i nostri luoghi. I castellani che la presidiavano, stipendiati dal paese, avevano l’incarico di stare sulle vedette, contro i corsari, e di avvisare di qualsiasi arrivo con segnalazioni fatte con fuochi di notte, e mediante staffette a cavallo di giorno». Il professore Barbalace cita un altro insigne studioso, il Corso, e la sua opera “Cronistoria Civile religiosa della Città di Nicotera”, dalla quale apprendiamo che la Torre è stata edificata nel 1542, sulla Costa dei Calamaci, pertinente al territorio nicoterese. Ma altre due ne sono state edificate, nello stesso anno, più a Sud, la Torre di Santa Maria dell’Agnone, zona impervia soprastante Nicotera Marina, e un’altra in località San Nicola.
La Torre è sempre stata definita “Torre di Joppolo” a causa della vicinanza con il lungomare di tale paese, sta di fatto che l’antica costruzione militare si trova in località Ciriciglia, territorio cerniera tra i due comuni costieri, che comunque rientra nei 32 kmq della città medmea. Come rilevano dal Quotidiano in articolo di quattro anni fa, in tale località non vi sono solo i beni monumentali ad essere contesi, ma anche i cittadini: infatti esistono una cinquantina di persone che qui vivono: esse hanno la residenza nel Comune di Joppolo, ma per le pratiche edilizie ed amministrative del territorio devono rivolgersi al municipio nicoterese. Cittadini “trafugati” dal Comune di Joppolo, si disse all’epoca, “per motivi elettorali”. Per quanto riguarda invece la torre della discordia, il fatto che quella fetta di territorio sia stata acquistata da un privato cittadino annullerebbe anche le questioni di confine; ma ora, a quanto pare, è tutto da vedere.

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