Nicotera. Rimandata a data da destinarsi l’approvazione
definitiva del Psc, l’importantissimo
documento che deve regolare lo sviluppo urbanistico del territorio, che nel
novembre del 2015 era stato adottato dalla giunta Pagano. Ora, quello che una
volta si chiamava Piano regolatore è sottoposto ad una stringente analisi da
parte della Commissione straordinaria. La mancata approvazione dello stesso, per
come rivelato dalla stessa Terna prefettizia, è da attribuirsi ufficialmente ad
una corposa serie di osservazioni giunta a palazzo Convento dai vari portatori
di interesse. Per come prevede la normativa in materia, una volta che il Psc
viene adottato si passa all’approvazione vera e propria. E’ questo l’ultimo
step di un lungo percorso di realizzazione, al quale si giunge dopo un periodo
di dodici mesi circa, a partire dal momento dell’adozione, nel quale i
cittadini hanno facoltà di muovere osservazioni che potrebbero, potenzialmente,
apportarne delle modifiche. Intanto, però, l’adozione del Psc ha valore
vincolante, quindi in teoria, ma anche in pratica, già legifera sul territorio.
Nel caso in specie, però, il Psc è stato “congelato” dalla Terna e ha perso,
per il momento, ogni potere vincolante: è al vaglio dei tecnici, incaricati
dalla Commissione, di valutare le osservazioni o rimostranze dei cittadini e
nel contempo di studiarne la regolarità. In realtà, pare che il Psc adottato
tre anni fa dall’amministrazione targata Pagano stia andando dritto verso la
bocciatura, così hanno infatti rivelano qualificate fonti di palazzo Convento.
Qualcosa non va, e i pesanti rimaneggiamenti che lo attendono lo trasformeranno di fatto in uno strumento
nuovo di zecca. Il Psc, val la pena di sottolineare, è un documento
determinante per ogni Comune e lo è ancora di più per un Comune come quello
nicoterese, con i suoi 32 kilometri quadrati di estensione, caratterizzato
com’è da ampie zone archeologiche, artistiche, monumentali, ma anche di
notevole valore turistico, paesaggistico e ambientale. Insomma, il Psc è libro
nel quale ci sono scritte non solo le regole dello sviluppo urbanistico e
architettonico della città, ma anche quello economico dell’intero territorio.
In una parola, il suo futuro. Qui troviamo
anche la tavola delle reti tecnologiche, quelle che, prevedono dove dovranno sorgere eventuali opere inerenti
telefonia, gas, ecc.
Ricordiamo
che durante la fase di gestazione del Piano sono state mosse delle critiche all’amministrazione,
sia da parte dei Comitati che di singoli cittadini, a causa della mancata
apertura alla cittadinanza, tanto che la Giunta allora in carica si attirò
addosso le accuse di “centralismo
antidemocratico”. In effetti, non sono stati organizzati,
benchè fosse previsto dalla legge urbanistica regionale 19/2002, degli incontri
pubblici con i portatori d’interesse, ovvero i rappresentanti delle varie categorie produttive (commercianti, imprese di
costruzione, operatori turistici ecc.).
I
nuovi tecnici dovranno adesso valutare se tutto sia stato fatto nel rispetto di
un territorio già sfregiato da abusivismo edilizio, su una zona altamente
sismica, sotto continua minaccia del dissesto idrogeologico e delle manovre dei
soliti furbi pronti ad aggirare le regole urbaniste basilari pur di promuovere
i propri intenti.
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