Nicotera.
Nuovi
disagi per gli utenti dell’ufficio postale nicoterese. Uno degli impiegati
addetti agli sportelli è andato in pensione, e il fatto ha immediatamente
mandato in tilt il servizio di assistenza ai clienti. Già era difficile gestire
le esigenze dei cittadini con tre sportellisti, adesso le cose si sono fatte
ancora più critiche. Alle fine dell’anno si sono vissute giornate campali,
perché lo sportello aperto era solo uno: un dipendente era in ferie e l’altro
era già stato posto a riposo. La fila era diventata interminabile, e l’attesa
per l’utenza quanto mai difficile, dato l’ambiente asfittico, quasi privo di
sedute per meglio sostenere l’attesa. Un altro caos si è replicato all’inizio
dell’anno, in occasione del pagamento delle pensioni: due soli sportelli aperti
hanno dovuto gestire un’utenza vasta e pervasa di malcontento per le
inevitabili lentezze, il disagio, la fatica di stare in piedi ad aspettare per
ore il proprio turno. E c’è da stare certi che episodi del genere si
verificheranno sovente: pare, infatti, che la direzione provinciale abbia già
fatto sapere che la drammatica carenza di personale non permette di
riampiazzare gli spotellisti posti a riposo. Il problema, ancora una volta, è
da ricercare nelle politiche di austerity e di riorganizzazione messe in atto,
da cinque anni a questa parte, da Poste Italiane. Lamentarsi è come ululare
alla Luna: da Roma, nelle roccaforti dei vertici, nessuno risponde alle vive
lettere di protesta che gli stessi direttori delle filiali inviano ai dirigenti.
Tutto ciò che si può ottenere è, forse, uno sportellista per due, tre giorni a
inizio mese, quando, cioè, sono previste le erogazioni delle pensioni. Mancano
le risorse umane: quelli che vanno in pensione o chiedono di essere trasferiti
altrove non vengono sostituiti perché non vi sono nuove assunzioni. Nel 2017 la provincia di Vibo ha perso
tredici tra impiegati e direttori, e i loro posti sono rimasti vacanti. A volte
gli sportellisti vengono rimpiazzati con gli ex portalettere ai quali è stato
concesso di accedere a un concorso interno, cui segue un mini corso formativo
di tre giorni per imparare ad eseguire le operazioni allo sportello. E qui si
potrebbe scrivere un altro capitolo sul disservizio imperante, quello della
corrispondenza che non arriva mai a destinazione o, se arriva, lo fa con
estremo ritardo o finisce nelle mani sbagliate. I postini sono spesso ragazzi
assunti part time che non conosco minimamente il contesto dove lavorano.
Nemmeno il tempo di ambientarsi e vengono già dirottati chissà dove. Insomma,
si può dire, senza tema di smentita, che la situazione va peggiorando. A
Nicotera, la mancata sostituzione dell’impiegato non depone certo alla nascita
di un clima più disteso e di un sistema più efficiente. In cima ai pensieri di
Poste italiane c’è il “Piano per la chiusura e la riorganizzazione degli uffici
postali anti-economici”, una cosa che dal 2012 ad oggi ha portato alla
soppressione di 1156 uffici postali in tutta Italia. Ma ancora non è finita,
altri disagi si intravedono all’orizzonte: le politiche economiche improntate
sul risparmio a spese dell’utenza continueranno a generare nuovi malcontenti.
Nessun commento:
Posta un commento