lunedì 26 marzo 2018

Poste. Nuovi disagi per gli utenti, uno sportellista è andato in pensione ma non può essere sostituito per mancanza di personale.


Nicotera. Nuovi disagi per gli utenti dell’ufficio postale nicoterese. Uno degli impiegati addetti agli sportelli è andato in pensione, e il fatto ha immediatamente mandato in tilt il servizio di assistenza ai clienti. Già era difficile gestire le esigenze dei cittadini con tre sportellisti, adesso le cose si sono fatte ancora più critiche. Alle fine dell’anno si sono vissute giornate campali, perché lo sportello aperto era solo uno: un dipendente era in ferie e l’altro era già stato posto a riposo. La fila era diventata interminabile, e l’attesa per l’utenza quanto mai difficile, dato l’ambiente asfittico, quasi privo di sedute per meglio sostenere l’attesa. Un altro caos si è replicato all’inizio dell’anno, in occasione del pagamento delle pensioni: due soli sportelli aperti hanno dovuto gestire un’utenza vasta e pervasa di malcontento per le inevitabili lentezze, il disagio, la fatica di stare in piedi ad aspettare per ore il proprio turno. E c’è da stare certi che episodi del genere si verificheranno sovente: pare, infatti, che la direzione provinciale abbia già fatto sapere che la drammatica carenza di personale non permette di riampiazzare gli spotellisti posti a riposo. Il problema, ancora una volta, è da ricercare nelle politiche di austerity e di riorganizzazione messe in atto, da cinque anni a questa parte, da Poste Italiane. Lamentarsi è come ululare alla Luna: da Roma, nelle roccaforti dei vertici, nessuno risponde alle vive lettere di protesta che gli stessi direttori delle filiali inviano ai dirigenti. Tutto ciò che si può ottenere è, forse, uno sportellista per due, tre giorni a inizio mese, quando, cioè, sono previste le erogazioni delle pensioni. Mancano le risorse umane: quelli che vanno in pensione o chiedono di essere trasferiti altrove non vengono sostituiti perché non vi sono nuove assunzioni.  Nel 2017 la provincia di Vibo ha perso tredici tra impiegati e direttori, e i loro posti sono rimasti vacanti. A volte gli sportellisti vengono rimpiazzati con gli ex portalettere ai quali è stato concesso di accedere a un concorso interno, cui segue un mini corso formativo di tre giorni per imparare ad eseguire le operazioni allo sportello. E qui si potrebbe scrivere un altro capitolo sul disservizio imperante, quello della corrispondenza che non arriva mai a destinazione o, se arriva, lo fa con estremo ritardo o finisce nelle mani sbagliate. I postini sono spesso ragazzi assunti part time che non conosco minimamente il contesto dove lavorano. Nemmeno il tempo di ambientarsi e vengono già dirottati chissà dove. Insomma, si può dire, senza tema di smentita, che la situazione va peggiorando. A Nicotera, la mancata sostituzione dell’impiegato non depone certo alla nascita di un clima più disteso e di un sistema più efficiente. In cima ai pensieri di Poste italiane c’è il “Piano per la chiusura e la riorganizzazione degli uffici postali anti-economici”, una cosa che dal 2012 ad oggi ha portato alla soppressione di 1156 uffici postali in tutta Italia. Ma ancora non è finita, altri disagi si intravedono all’orizzonte: le politiche economiche improntate sul risparmio a spese dell’utenza continueranno a generare nuovi malcontenti.

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