La nota con cui il Viminale annuncia di aver accolto la
richiesta di proroga delle Commissioni prefettizie dei Comuni di Nicotera e
Tropea è apparsa sul sito del Ministero dell’Interno ieri sera, alle 19.08. Una
nota stringata nella quale si comunica sia lo scioglimento del consiglio comunale
di Scilla che le proroghe della gestione commissariale di
Nicotera e di Tropea. «I provvedimenti- si legge ancora nella nota in oggetto- sono
stati adottati essendo state riscontrate ingerenze da parte della criminalità
organizzata, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, a norma
dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti
locali».
Si allontana, dunque, per i due Comuni la data delle
elezioni. L’amministrazione degli inviati ministeriali durerà altri sei mesi:
essi stessi, d’altronde, ne avevano fatto richiesta, ritenendo di avere bisogno
di allungare la loro permanenza nei municipi costieri per poter portare a
termine gli obiettivi prefissatisi. Entrambi i consigli comunali sono stati
sciolti a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro. Ad agosto del 2016 si è
interrotta a Tropea l’esperienza dell’amministrazione targata Rodolico. Il 25
novembre successivo la scure ministeriale è calata definitivamente sulla giunta
Pagano: una compagine amministrativa già fortemente indebolita da alcune
eclatanti vicende, come l’occupazione
del municipio da parte dei cittadini costituitisi in Movimento di lotta per i
diritti fondamentali nonché l’incresciosa vicenda dell’atterraggio del velivolo
nuziale nel centro storico del paese. Il lungo lavoro della Commissione di
accesso agli atti, insediatasi nel febbraio di quell’anno, tracciò un quadro
impietoso della situazione: atti, delibere, determine miravano a salvaguardare
e tutelare gli interessi della cosca dei Mancuso, egemone nel territorio, e,
più specificamente, dei suoi accoliti e factotum. Quando l’elicottero con a
bordo Antonino Gallone, persona considerata vicina al clan, e la sua sposa,
atterrò sulla “rosa dei venti”, in una delle più incantevoli piazze cittadine,
la decisione ministeriale era già stata probabilmente presa, ma la vicenda mise
in evidenza la pervasività della cultura mafiosa nel tessuto sociale di un
paese che non riusciva ad emanciparsi da una situazione opprimente in tutti i
livelli della vita cittadina. Per ciò che concerne, invece, il Comune di
Tropea, l’ente è stato colpito dal decreto di scioglimento, come precisato, il
12 agosto del 2016. Ricordiamo che nel giugno del 2017 il Tar del
Lazio aveva annullato il decreto di scioglimento per
infiltrazioni mafiose, rimettendo di fatto in sella il sindaco spodestato
Giuseppe Rodolico. Ma era una vittoria effimera, infatti i giudici del
Consiglio di Stato nel gennaio di quest’anno, accogliendo il ricorso del
Ministero dell’Interno e della Prefettura di Vibo, hanno ribaltato l’esito
della sentenza emessa dal Tribunale amministrativo del 7 giugno del 2017. Nelle
motivazioni del Ministero si faceva riferimento alla «sussistenza di forti
legami di parentela e di frequentazione di alcuni amministratori e dipendenti
comunali, molti dei quali con gravi precedenti di natura penale, con esponenti
di ambienti controindicati. Tali rapporti, consolidatisi nel tempo, hanno
prodotto una sviamento dell’attività amministrativa dell’ente in funzione degli
illeciti interessi e delle regole della criminalità organizzata».
Nessun commento:
Posta un commento