lunedì 26 marzo 2018

Mafia 2. Il Viminale accoglie la richiesta di proroga dei commissari prefettizi a Nicotera e a Tropea.


La nota con cui il Viminale annuncia di aver accolto la richiesta di proroga delle Commissioni prefettizie dei Comuni di Nicotera e Tropea è apparsa sul sito del Ministero dell’Interno ieri sera, alle 19.08. Una nota stringata nella quale si comunica sia lo scioglimento del consiglio comunale di Scilla che le proroghe della gestione commissariale di Nicotera e di Tropea. «I provvedimenti- si legge ancora nella nota in oggetto- sono stati adottati essendo state riscontrate ingerenze da parte della criminalità organizzata, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali».
Si allontana, dunque, per i due Comuni la data delle elezioni. L’amministrazione degli inviati ministeriali durerà altri sei mesi: essi stessi, d’altronde, ne avevano fatto richiesta, ritenendo di avere bisogno di allungare la loro permanenza nei municipi costieri per poter portare a termine gli obiettivi prefissatisi. Entrambi i consigli comunali sono stati sciolti a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro. Ad agosto del 2016 si è interrotta a Tropea l’esperienza dell’amministrazione targata Rodolico. Il 25 novembre successivo la scure ministeriale è calata definitivamente sulla giunta Pagano: una compagine amministrativa già fortemente indebolita da alcune eclatanti vicende, come l’occupazione del municipio da parte dei cittadini costituitisi in Movimento di lotta per i diritti fondamentali nonché l’incresciosa vicenda dell’atterraggio del velivolo nuziale nel centro storico del paese. Il lungo lavoro della Commissione di accesso agli atti, insediatasi nel febbraio di quell’anno, tracciò un quadro impietoso della situazione: atti, delibere, determine miravano a salvaguardare e tutelare gli interessi della cosca dei Mancuso, egemone nel territorio, e, più specificamente, dei suoi accoliti e factotum. Quando l’elicottero con a bordo Antonino Gallone, persona considerata vicina al clan, e la sua sposa, atterrò sulla “rosa dei venti”, in una delle più incantevoli piazze cittadine, la decisione ministeriale era già stata probabilmente presa, ma la vicenda mise in evidenza la pervasività della cultura mafiosa nel tessuto sociale di un paese che non riusciva ad emanciparsi da una situazione opprimente in tutti i livelli della vita cittadina. Per ciò che concerne, invece, il Comune di Tropea, l’ente è stato colpito dal decreto di scioglimento, come precisato, il 12 agosto del 2016. Ricordiamo che nel giugno del 2017 il Tar del Lazio aveva annullato il decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose, rimettendo di fatto in sella il sindaco spodestato Giuseppe Rodolico. Ma era una vittoria effimera, infatti i giudici del Consiglio di Stato nel gennaio di quest’anno,  accogliendo il ricorso del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Vibo, hanno ribaltato l’esito della sentenza emessa dal Tribunale amministrativo del 7 giugno del 2017. Nelle motivazioni del Ministero si faceva riferimento alla «sussistenza di forti legami di parentela e di frequentazione di alcuni amministratori e dipendenti comunali, molti dei quali con gravi precedenti di natura penale, con esponenti di ambienti controindicati. Tali rapporti, consolidatisi nel tempo, hanno prodotto una sviamento dell’attività amministrativa dell’ente in funzione degli illeciti interessi e delle regole della criminalità organizzata».

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