venerdì 1 marzo 2019

Cataste di eternit alla foce del Mesima.


Nicotera. Cataste di amianto nella foce del fiume Mesima. A fare la scoperta un militante del Movimento 14 luglio che ha fotografato l’ennesimo scempio ambientale. Uno dei fiumi più lunghi della Calabria è già ammorbato da tutta una serie di problematiche correlate agli inquinamenti organici e ambientali. Come se non bastasse c’è chi si disfa dei tetti di eternit deponendoli nei suoi pressi. Una malsana abitudine molto diffusa: non solo nelle foci dei fiumi, ma l’amianto viene spesso lasciato sulle spiagge o in aperta campagna. Un malcostume che attenta alla salute degli esseri umani e dell’ambiente. I Comuni spesso non hanno fondi a sufficienza per poter smaltire regolarmente le lastre cancerogene; né i privati riescono agevolmente ad accedere agli incentivi promessi dalla Regione per chi rimuove le coperture di amianto secondo le normative previste. Ormai dal 1992 è vietato l’uso di amianto in Italia. Esso, com’è noto, è altamente cancerogeno: le sue polveri, se respirate, provocano tumori della pleura e il carcinoma polmonare. Il decreto legislativo 257/1992 stabilisce per gli enti pubblici e per i privati gli obblighi di segnalare gli immobili con presenza di materiale contenente amianto. Ma considerato che non esiste alcuna ingiunzione per la rimozione delle coperture di eternit (a meno che lo stato in cui si trova non sia fonte di rischio), e considerati gli esosi costi di smaltimento, spesso rimane dov’è. Eventuali vantaggi per i cittadini che rimuovono i pericolosi tetti sono di tipo fiscale: sono previste delle detrazioni Irpef per le ristrutturazioni edilizie, anche per quanto riguarda la parte dei costi da sostenere per lo smaltimento dei tetti in eternit o di strutture similari in amianto.

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