Nicotera. Cataste
di amianto nella foce del fiume Mesima. A fare la scoperta un militante del
Movimento 14 luglio che ha fotografato l’ennesimo scempio ambientale. Uno dei
fiumi più lunghi della Calabria è già ammorbato da tutta una serie di
problematiche correlate agli inquinamenti organici e ambientali. Come se non
bastasse c’è chi si disfa dei tetti di eternit deponendoli nei suoi pressi. Una
malsana abitudine molto diffusa: non solo nelle foci dei fiumi, ma l’amianto
viene spesso lasciato sulle spiagge o in aperta campagna. Un malcostume che
attenta alla salute degli esseri umani e dell’ambiente. I Comuni spesso non
hanno fondi a sufficienza per poter smaltire regolarmente le lastre cancerogene;
né i privati riescono agevolmente ad accedere agli incentivi promessi dalla
Regione per chi rimuove le coperture di amianto secondo le normative previste. Ormai
dal 1992 è vietato l’uso di amianto in Italia. Esso, com’è noto, è altamente
cancerogeno: le sue polveri, se respirate, provocano tumori della pleura e il
carcinoma polmonare. Il decreto legislativo 257/1992 stabilisce per gli enti
pubblici e per i privati gli obblighi di segnalare gli immobili con presenza di
materiale contenente amianto. Ma considerato che non esiste alcuna ingiunzione
per la rimozione delle coperture di eternit (a meno che lo stato in cui si
trova non sia fonte di rischio), e considerati gli esosi costi di smaltimento,
spesso rimane dov’è. Eventuali vantaggi per i cittadini che rimuovono i
pericolosi tetti sono di tipo fiscale: sono previste delle detrazioni Irpef per
le ristrutturazioni edilizie, anche per quanto riguarda la parte dei costi da
sostenere per lo smaltimento dei tetti in eternit o di strutture similari in
amianto.
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