Nicotera. Il
castello Ruffo torna a destare preoccupazione. Da qualche settimana, infatti, è
ripresa la caduta di calcinacci. Questa volta la zona interessata è corso
Umberto I, nella fattispecie l’area prospiciente la facciata del maniero. Sassi
e terriccio razzolano nella strada sottostante, assai trafficata in quanto
unica arteria cittadina che conduce all’ufficio postale, al municipio e alle
scuole, elementare e media. Già nel maggio del 2013 il cornicione del lato
posteriore aveva dato segni di cedimento. Furono così effettuati dei lavori per
la messa in sicurezza, anche in quel caso i pezzi caduti interessavano una zona
transitata da automezzi e da pedoni, cioè viale Castello. A mettere mano alla
ristrutturazione fu la famiglia Murmura, e cioè l’unica proprietaria del
fortilizio. Ora il problema si ripresenta. Con ogni probabilità anche stavolta
sarà tamponato, ma non certo risolto. Il castello infatti presenta seri
problemi strutturali. Gli agenti atmosferici e l’inesorabile passare del tempo
non fanno che minare la tenuta della struttura che continua a “perdere pezzi”,
nel senso letterale del termine, anche se, il timore condiviso è che le
criticità possano prima o poi manifestarsi in modo più accentuato e
irreparabile, andando nel contempo ad attentare anche alla sicurezza di mezzi e
persone che transitano nell’area sottostante. Il Comune ne ha recentemente
ristrutturato una piccola area, nei pressi di uno dei tre torrioni. Ne è stata
creata una pinacoteca. Purtroppo dopo qualche mese delle infiltrazioni di umidità
hanno reso inservibili gli ambienti. Quei lavori sono stati realizzati nel 2014
grazie ai finanziamenti regionali dei cosiddetti Pisl, destinati ai “borghi
d’eccellenza”, di cui il Comune di Nicotera era capofila. Sono stati posti in
essere in seguito a una convenzione che l’ente aveva sottoscritto con la
famiglia Murmura: il comune di Nicotera si è accollata le spese della
ristrutturazione godendo in cambio di un comodato d’uso ventennale del
locale dell’immobile interessato.
Ma ciò non ha
cambiato di molto i termini del problema. Il “castello Ruffo”, simbolo della
città e della sua storia, che troneggia nel cuore del centro storico è ormai
ridotto a uno sfasciume, in specie al suo interno: scalinate sontuose, ampie
sale e infinite stanze. Sarebbe potuto diventare una grande risorsa per la
città, ma al momento altro non è che il simbolo della negligenza e della
sciatteria. Gli interventi riguardano gli sgretolamenti esteriori. Un restyling
di facciata mentre al suo interno la situazione si fa sempre più critica.
Eppure avrebbe potuto essere molto di più che un edificio storico destinato a
cadere a pezzi.
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