Nicotera.
La
famigerata discarica Colantoni non è radioattiva. Lo ha stabilito l’Arpacal di
Reggio Calabria, in seguito a degli approfonditi controlli svolti nei giorni
scorsi proprio nell’area incriminata. I tecnici dell’Agenzia regionale per
l’ambiente si sono serviti di sofisticate apparecchiature che permettono di
individuare eventuali fonti di radioattività in zone sospettate di poter
custodire rifiuti tossici. L’Arpacal ha svolto le suddette verifiche su impulso
del Ministero dell’Ambiente, messo in allarme dalla mobilitazione generale
emersa in seguito alla nota questione dei fondi destinati al Comune di Nicotera
che erano stati dirottati, a causa di un errore di toponomastica, al Comune di
Joppolo. In breve era emerso che il corposo finanziamento, pari a più di un
milione di euro, era destinato in realtà alla cittadina medmea. La vicenda
permise di riaprire una vecchia ferita inerente proprio la discarica Colantoni,
da sempre ritenuta responsabile dell’alta percentuale di tumori nella frazione
pedemontana di Preitoni. Tale discarica, infatti, accolse per decenni ogni
genere di rifiuto, materiale nocivo che ammorbava il terreno e le falde
acquifere. Spesso si ipotizzò che quell’enorme immondezzaio potesse nascondere
anche dei rifiuti radioattivi. Un’ipotesi che l’alta mortalità di tumori nel
territorio circostante sembrava corroborare, mentre l’apprensione tra i
cittadini si faceva sempre più palpabile. I rilievi effettuati dall’Arpacal,
dunque, invalidano ogni ipotesi del genere. I risultati degli esami sono stati
resi noti nel corso di una riunione in Prefettura alla presenza del
rappresentante del Governo del territorio, Guido Longo, il Commissario alla
guida del Comune di Nicotera, Michela Fabio, il responsabile dell’Area tecnica
del municipio, architetto Bruno Doldo e il Generale di Brigata dell’Arma dei
carabinieri Giuseppe Vadalà, nominato, il 24 marzo 2017, dal Consiglio dei
Ministri commissario straordinario per la realizzazione degli interventi
necessari sulle discariche abusive. I rilievi svolti, c’è da precisare,
costituiscono il primo step di una più complessa opera di bonifica. Infatti,
grazie ai fondi destinati alla sanificazione della discarica, si procederà con
lo studio della caratterizzazione dei rifiuti ivi contenuti, per valutarne la
pericolosità ed effettuare l’adeguato smaltimento. Un’operazione complessa che
richiede tempo e il denaro necessario per condurla in porto con successo. Il
Ministero dell’Ambiente ha garantito il finanziamento necessario per il
recupero dell’area, un’area, val la pena di sottolieare, spalancata su un paesaggio
mozzafiato. E proprio per la sua superba bellezza, palazzo Convento sogna di
trasformarlo, un giorno, in un giardino civico per il relax e il tempo libero.
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