Nicotera.
L’annus
horribilis nicoterese si è chiuso con la speranza condivisa che nel 2019 quegli
eventi tragici che lo hanno contrassegnato siano
solo un brutto ricordo. Probabilmente nella memoria collettiva dei cittadini
nicoteresi il 2018 sarà uno come degli anni più tristi degli ultimi tempi a
causa dei nefasti fatti di cronaca che qui di seguito ci apprestiamo a
rammentare.
Il 2017 si era chiuso
con attentato in grande stile ai danni del negozio “Splendidi splendenti”. Un
ordigno incendiario, la notte del 22 dicembre, aveva completamente distrutto
l’esercizio commerciale che da lì a pochi giorni avrebbe dovuto aprire i
battenti. Pochi giorni prima, e cioè il 7 di dicembre, ignoti si erano
introdotti nella tabaccheria Zappia, ancora una volta in piena notte,
depredandola di 15 mila euro, custoditi all’interno delle casse. Il 2018 si
apriva, dunque, all’insegna dello sconcerto e del senso di insicurezza che, in
realtà, non ha mai abbandonato la città. Ma non era finita lì. Giusto il tempo
della pausa natalizia e i malviventi
tornano in azione. Presa di mira la gioielleria Limardo in pieno
centro storico. Per fare breccia nell’edificio, i delinquenti infransero a
picconate una finestra precedentemente murata dai proprietari per paura
dell’incursione dei ladri. Nessuno, in quella gelida mattina del 9 gennaio,
pare abbia sentito nulla. I delinquenti portarono via un bottino di tutto
rispetto, pari a 100 mila euro. Ma il peggio doveva ancora arrivare, e sarebbe
arrivato nel mese di maggio. Nel primo pomeriggio di venerdì 11 Francesco
Olivieri, conosciuto con il nome di “Ciko”, imbraccia un fucile automatico e
mette in atto una vendetta, covata per almeno vent’anni, nei confronti del
fratello maggiore, Mario, assassinato nel 1999. Secondo il personale tribunale
di morte che gli legiferava nella testa, doveva giustiziare quelli che riteneva
i responsabili della morte dell’amato fratello. E così a cadere sotto i suoi
colpi furono Giuseppina Mollese e Vincenzo Valerioti. Altri obiettivi, per
fortuna, sfuggirono alla sua furia omicida, dato che il paese in una manciata
di minuti fu preso d’assedio delle Forze dell’ordine. “Ciko” si diede alla
latitanza prima di consegnarsi alle patrie galere, dopo giorni di angoscia e
paura vissuti in città. Passò un mese dai tragici fatti, e a far ripiombare
Nicotera nello sconforto fu la natura. Era il 18 giugno quando un’alluvione si
abbattè sulla città. Una cosa mai vista prima: case allagate, muri crollati,
strade impraticabili, costoni venuti giù come biscotti sbriciolati. Un
disastro. Il giorno seguente un altro grave fatto di cronaca piombava sullo
sfacelo già in atto. Un giovane insegnante di alfabetizzazione, Stefano
Piperno, 34 anni, spariva nel nulla. Una cosa strana per un ragazzo tutto casa
e lavoro. Così i genitori sporsero denuncia di scomparsa. Scomparsa che ebbe il
suo epilogo nel modo più tragico: il giorno seguente, in una campagna allagata e
devastata di Preitoni, viene rinvenuta l’auto di Stefano. Completamente
carbonizzata. Al suo interno vi era il corpo, eroso dalle fiamme, del docente.
I difficili accertamenti svolti sul corpo del ragazzo permisero agli inquirenti
di risalire alla terribile verità: Stefano era stato assassinato. Tre mesi
dopo, per il suo omicidio, furono arrestati un padre e un figlio, Francesco ed
Ezio Perfidio. Ma tra l’omicidio di Stefano e l’arresto dei suoi carnefici, un
altro grave fatto di sangue si consumò a Nicotera, precisamente sulla spiaggia
affollatissima della frazione Marina. Il 13 di agosto, nel primo pomeriggio, in
un lido che pullulava di bagnanti, Giuseppe Olivieri, 38 anni, uccide,
esplodendo vari colpi di pistola al torace, il 43enne Francesco Timpano.
L’omicida, fratello di “Ciko”, entrò in azione per portare a termine la
vendetta iniziata dal fratello: Timpano era infatti contemplato nella “lista”
dei responsabili della morte di Mario.
Sullo sfondo di questi
tragici fatti, le operazioni antidroga svolte magistralmente dai Carabinieri, i
numerosi arresti, le risse sanguinarie tra migranti, in una babele della
criminalità per troppo tempo ignorata.
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