(questo articolo è uscito ai primi di dicembre del 2018)
Nicotera.
Un
Natale decisamente sotto tono quello che si sta preparando per la cittadina
medmea. Anzi, tracce del Natale, nel momento in cui viene scritto questo
articolo, non ce ne sono. Siamo ai primi di dicembre, ma quell’atmosfera di
preparazione alla festa più sentimentale dell’anno latita. Sembra che a queste
latitudini il 25 dicembre non debba proprio arrivare, o che nessuno lo attenda.
Non vi sono le luminarie per le vie principali del paese; né sono in programma
degli eventi festivi. Il Comune, attualmente guidato dal commissario Samuele De
Lucia, non ha il denaro sufficiente per provvedere all’addobbo della città. La
ditta specializzata ha chiesto qualcosa come 6mila e 500 euro. Impensabile per
il Comune reperire tale cifra. I soldi che ci sono servono per garantire
esclusivamente i servizi essenziali, e non certo per acquistare luci, stelle
filanti o il classico albero di Natale che di questi tempi già troneggiava in
piazza Garibaldi. Allo stesso modo, le associazioni presenti in paese, pur non
essendo state colpite da dissesto economico, versano comunque sotto il tragico effetto
di un dissesto creativo senza precedenti: anche da parte loro nessuna novità;
nessun evento interessante o in linea con il clima natalizio è stato messo in
campo per stanare la gente dalle loro case; nessuna manifestazione atta a dare
un po’ di colore e di allegria a un paese intristito, reduce di un anno
difficilissimo, sotto svariati punti di vista. Omicidi, alluvioni, lutti hanno
fiaccato il buon umore dei nicoteresi. La gente si è chiusa in se stessa. Quel
senso di angoscia si materializza nelle strade vuote, nelle vetrine dei negozi
prive di luci e festoni, nei bar deserti, nelle chiese con pochi fedeli ad
ascoltare la messa. I commercianti di corso Cavour, nonostante gli incassi raso
terra, hanno comunque deciso di autotassarsi, per allestire nella piazzetta una
piccola capanna, che ricordi la natività, e che in fondo è Natale anche qui.
Giuseppe e Maria attenderanno la nascita di Gesù in una Nicotera vuota e ancora
incapace di rialzare la testa. Forse la mattina del 25 comparirà dal nulla,
come ogni anno, il solito misterioso Babbo Natale con la sua malandata carrozzina
e un megafono attaccato al manubrio che diffonde le note di Jingle Bells,
mentre distribuisce caramelle ai bambini. Ammirevole tenacia di chi non si
arrende. Gli effetti del dissesto economico, che a sua volta è il portato di
anni di sconsiderate ruberie e cattiva gestione delle casse dell’ente, si fanno
sentire anche in questo modo. Abbiamo già sottolineato il fatto che la
situazione economica dei forzieri comunali è rosso fisso. E lo sarà ancora per
molto tempo. Più volte abbiamo scritto di quelle amministrazioni, anche
commissariali, che hanno condotto il comune sull’orlo del baratro. Anni di
malagestione che si ripercuotono inevitabilmente sulle generazioni future e
sulla qualità della vita che esse saranno costrette a vivere: questo è proprio
il momento in cui i cittadini raccolgono, loro malgrado, quei frutti velenosi.
La cosa che più dovrebbe indurre a riflettere è che i soggetti che hanno
depauperato, ma anche impoverito culturalmente il paese, li trovi sempre sulla
cresta dell’onda, pronti a gettarsi in una nuova avventura politica; mai
consapevoli di quando sia ora di farsi da parte; i veri commissari e caporali
della città sono loro, sempre gli stessi; a dominare gli ambiti strategici del
paese, mentre il resto della popolazione nicoterese sta a guardare, muta ed
esterrefatta. Impossibilitata a riprendersi il proprio ruolo nel concesso
civico.
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