Nicotera.
Michele Novembre, vicedirettore di Poste Italiane, siciliano di origine,
residente a Torino dall’età di 12 anni, sarà candidato alle Europee per
Fratelli d’Italia. Novembre è stato recentemente ospite a Nicotera, in
occasione della donazione di un defibrillatore alla Guardia Medica cittadina.
In Nicotera, spiega il vicedirettore delle Poste, ha visto il Sud in tutte le
sue contraddizioni: «l’incommensurabile bellezza, le grandi potenzialità, ma
anche i disservizi e i disagi che vivono i cittadini». Nicotera, ha aggiunto,
«è un paese meraviglioso che nulla ha da invidiare alle grandi stazioni balneari
del Nord Italia. Serve però un piano per rilanciarla». Uno degli obiettivi
della sua candidatura è aiutare questi piccoli gioielli del Mezzogiorno «ad
emanciparsi da questo stato di abbandono perenne».
-Direttore, cosa l’ha
spinta a scendere in politica?
«La mia passione
politica viene da lontano: ho sempre militato a Destra, prima nel MSI poi in
Alleanza Nazionale. Ma dopo la disfatta di Fini il grande popolo della Destra,
che non voleva riconoscersi in Forza Italia, è rimasto senza una guida e un
punto di riferimento. Ero molto disilluso, e per anni sono rimasto fuori dai
giochi, finchè non sono stato folgorato dalle idee e dalla caparbietà della
Meloni. E’ così rinata la voglia di fare politica e di occuparmi dei problemi
dei cittadini, in specie nell’ambito del lavoro. Ho deciso di puntare alle
Europee perché fare parte di una così grande organizzazione internazionale deve
significare uguali dignità e diritti per tutti i cittadini comunitari».
-Perché c’è una così
grande disparità nel mondo del lavoro in Europa?
«Perché in nazioni come
l’Italia il lavoratore viene sfruttato, spremuto a beneficio delle grandi
multinazionali. Impoverire il lavoratore significa impoverire tutta la società,
e quindi non può esservi evoluzione civile. In Germania, ad esempio, gli operai
sono trattati con grande dignità. Se raggiungerò il Parlamento europeo mi
batterò per l’uguaglianza di trattamento per tutti i lavoratori».
-Nel Sud Italia le cose
vanno ancora peggio, tra disoccupazione diffusa e lavoro nero.
«Il Sud è segnato da
due gap: uno di carattere culturale, e uno di carattere, per così dire,
istituzionale, e mi riferisco alla nascita delle Regioni, agli inizi degli anni
’70. Al Sud, e in specie in Calabria, tale istituzione non ha fatto che
inasprire le differenze con il resto dell’Italia, ampliando il nepotismo e il
clientelismo politico. D’altro canto il Sud deve crescere culturalmente. Emanciparsi
dalle logiche di sottomissione create da certa politica: il voto di scambio è
una triste realtà ancora fin troppo radicata, uno stato di cose che non porterà
mai vero sviluppo sociale ed economico».
-Se dovesse raggiungere
Bruxelles, cosa farebbe per Nicotera ?
«Dire che Nicotera ha grandissime
possibilità e ricorse è riduttivo. E’ molto di più: è uno dei tanti diamanti
incastonati in un territorio bellissimo. Ma comincerei dal lavoro. C’è un
grande ospedale, depotenziato ad ambulatorio. Io lo rivaluterei, facendolo
diventare una Rsa (residenza sanitaria anziani, ndr), cosa che porterebbe
lavoro all’interno territorio. Ma non solo, darei materialmente degli strumenti
ai giovani per lavorare la loro terra; rilanciare le grandi risorse, tra mare e
agricoltura affinchè si riapproprino del proprio territorio».
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